(G.Toti) – «E mo’ questo chi è?». Lo conoscevamo in pochi, Francesco Totti, quel pomeriggio in tribuna stampa allo stadio di Brescia. Lui aveva sedici anni e mezzo e con la squadra Primavera vinceva le partite quasi da solo. Al settore giovanile della Roma parlavano tutti di un prodigio, un dono della natura calcistica come nel mondo se ne vedono di rado. Ma nessuno, quel giorno, vedendolo alzarsi dalla panchina – chiamato dal tecnico Vujadin Boskov – poteva immaginare una carriera fuori dal comune.
Era il 28 marzo 1993: giovedì saranno dunque vent’anni dalla prima volta di Totti in serie A. La Roma vinse 2-0 (Caniggia e Mihajlovic), lui entrò all’87′ al posto di Rizzitelli, in campo c’era Aldair – con cui il capitano avrebbe poi vinto lo scudetto nel 2001 – e in panchina Muzzi, oggi vice di Andreazzoli. Il presidente Ciarrapico da una settimana era in carcere a Regina Coeli, le vittorie valevano due punti e le partite si giocavano tutte la domenica pomeriggio. Un altro calcio. E, forse, un altro Totti.