(M. Iaria) – Banche che anticipano i crediti dei diritti tv, banche che prendono in pegno i marchi dei club, banche che erogano sponsorizzazioni fuorimercato, banche che gestiscono la tessera del tifoso, persino banche che sono azioniste di una squadra.L’abbraccio tra calcio e finanza è sempre più stretto, a causa soprattutto della crisi di liquidità del sistema. I debiti delle 20 società di A verso le banche e altri finanziatori—i cosiddetti debiti finanziari — ammontano a 976,5milioni di euro (stagione 2011-12) e sono più che raddoppiati negli ultimi 5 anni. Gli incassi commerciali non decollano, il botteghino piange, le movimentazioni dei giocatori si sono ridotte: manca il denaro fresco, e quando i proprietari non riescono ad aiutare la squadra perché, magari, la recessione ha colpito le loro aziende, non resta altra via che il ricorso al credito.[…]
INTRECCIO ROMANO
Un caso esemplare è quello della Roma, controllata per il 78% da Neep Roma Holding spa di cui UniCredit è azionista di minoranza col 40%. L’istituto di Piazza Cordusio non solo ha finanziato l’ingresso della compagine americana (term loan da 30 milioni e vendor loan, tramite Roma 2000, da 20)ma funge anche da «anticipatore » di proventi futuri. Così i debiti finanziari che a giugno 2012 erano di 77,3milioni, sei mesi dopo sono saliti a 96,8, per effetto di un’ulteriore linea di credito da 20 milioni concessa da UniCredit Factoring, in cambio dei crediti per i diritti tv della stagione 2013-14 e per la cessione di Borini al Liverpool. E non è finita. Nella relazione semestrale c’è scritto: «Non si esclude un ricorso ad indebitamento oneroso, per il tramite di società di factoring del Gruppo Uni- Credit, per l’eventuale residuo fabbisogno finanziario dell’esercizio ».
VIRTUOSI E VIZIOSI
Beninteso, esistono anche i debiti «virtuosi». La Juventus ha finanziato la costruzione del nuovo stadio, tra l’altro, accendendo un mutuo presso il Credito sportivo, che pesa per un terzo (54 milioni) sulla passività finanziaria al 31 dicembre, pari a 155 milioni. Lo stesso ha fatto il Catania, regalandosi un centro sportivo all’avanguardia: i debiti verso le banche di 26,5milioni si riferiscono proprio al prestito dello stesso Credito sportivo. Il guaio è che, salvo rare eccezioni, le società bussano alle banche non per fare investimenti infrastrutturali ma per pagare le spese ordinarie: leggi stipendi e cartellino dei giocatori. E non è un caso che le operazioni di factoring siano aumentate nel momento in cui i club medio-piccoli, ingolositi dalla pioggia di denaro derivante dalla spartizione collettiva dei diritti tv, hanno alzato l’asticella dei costi. Il Cagliari ha visto crescere i debiti verso le banche e altri finanziatori da zero (giugno 2011) a 14,7 milioni (giugno 2012), il Genoa da 65,5 (dicembre 2010) a 81,5 (dicembre 2011), la Lazio da 5,8 (giugno 2011) a 11,5 (dicembre 2012). C’è pure chi, stando agli ultimi bilanci disponibili, non deve nulla agli istituti di credito: Fiorentina e Napoli. E poi ci sono le grandi. Detto della Juve, che comunque non si è fatta mancare un leasing da 30 milioni su Vinovo, al 31 dicembre 2011 il Milan aveva 155,9 milioni di debiti con le banche (152,3 per la normale operatività col sistema bancario e 3,6 per il residuo del mutuo per Milanello) e 136 verso altri finanziatori (130 per anticipazioni di crediti, 5,5 per il leasing sulla sede di via Turati). Per l’Inter 150 milioni di passivo con le banche e 25 con altri finanziatori. Suona strano che sovente, sotto questa voce, ci sia il Credito sportivo, non nelle vesti di banca pubblica che finanzia la costruzione di stadi o palestre, ma di istituto che anticipa i proventi commerciali.
IL CASO DEL MONTE
Le banche non prestano soldi senza garanzie. E il calcio rappresenta un business redditizio anche per loro. Si è visto nell’estate 2010, all’indomani della vendita record dei diritti tv, quando UniCredit propose alle 20 società di A, attraverso la Lega, di anticipare iquasi 2 miliardi di ricavi delle due stagioni successive, battagliando col Monte dei Paschi che firmò subito con Inter, Milan e Sampdoria. Già, il Monte. Lo scandalo di Rocca Salimbeni ha fatto sì che venissero chiusi i rubinetti delle sponsorizzazioni. Unsalasso, a partire dal prossimo anno, per il Siena che nel 2011-12 ha incassato addirittura 8milioni da Mps in qualità di sponsor ufficiale: solamente Inter, Juve eMilan percepiscono di più, tanto per capirci la Roma si è fermata a 5,5. Il Siena è un caso limite ma le relazioni con la finanza sono così fitte che attualmente in A solo 4 club su 20 (Roma, of course, Palermo, Pescara e Torino) non vantano banche nella loro famiglia di sponsor. Due main sponsor (Mps per il Siena e Popolare di Verona per il Chievo) e un co-sponsor (CredeBerg per l’Atalanta), e tre partnership per l’Udinese (Popolare di Vicenza, Cassa di Risparmio del Friuli e Banca di Cividale). […]