(A. Pugliese) –Fuori dai cancelli era stato accolto così, con uno striscione che recitava «20 anni d’amore, Capitano di un’era… Totti unica bandiera». Dentro Trigoria, invece, la festa è sembrata andare anche oltre quei venti anni lì, quasi senza fine. Perché c’erano un po’ tutti quelli a cui vuole bene, a cominciare da papà Enzo, lo «sceriffo», fino al fratello Riccardo e la nipotina Giulia. E poi c’era la Roma, casa sua, il suo amore eterno.
La festa Totti ieri è arrivato a Trigoria presto ed è sembrato subito emozionato. Mentre si cambiava, in una sala del centro veniva spiegato un po’ a tutti (amici, dirigenti e dipendenti) come si sarebbe svolta la festa. E mentre i compagni di squadra si schieravano su due file come per far uscire la star di turno, Francesco lasciava lo spogliatoio dando i «cinque» a tutti, proprio mentre gli amplificatori di Trigoria cominciavano a diffondere le note di «Sono un ragazzo fortunato», la canzone di Jovanotti. Gli occhi pieni di lacrime, papà Enzo che le trattiene a malapena («Me metto a piagne e voi mi prendete in giro…»), i compagni che lanciano in cielo Francesco.
Grazie a tutti «Ed infatti è un giorno che non dimenticherò mai, rimarrà nella storia di Francesco, non di Totti—dice alla fine il capitano giallorosso — Grazie di cuore a tutti, a cominciare dalla mia famiglia, che mi ha insegnato il rispetto e dato equilibrio e stabilità. E poi alla gente ed ai tifosi, che mi fanno sentire speciale. Mi sento ancora giovane, un ventenne. Il futuro? Davanti ho altri 20 anni…». È un’iperbole, è ovvio. Ma il sorriso con cui lo dice trae in inganno lo stesso. «Spero che presto ci possano essere altre giornate gloriose per la Roma come quella vissuta nel giorno dello scudetto. Io primo a vincere due titoli in giallorosso? Magari, la società vuole vincere, vediamo quanti anni di contratto mi faranno».
Futuro Del contratto cominceranno a parlare da venerdì prossimo, quando a Roma sbarcherà il presidente Pallotta. Totti (che oggi a Palermo donerà la sua maglia all’imprenditore anti-mafia Gianluca Calì) intanto guarda al futuro così: «Avessi iniziato prima da centravanti, avrei già superato Piola. Il Mondiale? Da qui ad un anno possono succedere tante cose. Se prima del Brasile starò bene, ne parlerò con Prandelli». E la Roma?«Come organico siamo inferiori solo alla Juve,ma singolarmente siamo più forti. La Juve ha più voglia di vincere, questo a noi manca ancora. E il prossimo anno rifaccio la preparazione di Zeman da solo. Io e Ilary come i Vianello? Loro sono unici, noi vedremo». E la Lazio? «Ho scelto la Roma, fortunatamente ». […]