(Gazzetta dello Sport) – Da parte dell’ex a.d. della Juventus Antonio Giraudo vi fu “piena adesione al progetto criminoso ideato e diretto da Luciano Moggi”. Sono uscite ieri le motivazioni della Quarta sezione della Corte di Appello di Napoli della sentenza di dicembre quando l’ex dirigente bianconero fu condannato a un anno e otto mesi per associazione per delinquere nell’appello del rito abbreviato.
L’associazione per delinquere “Va senz’altro ritenuta sussistente l’associazione a delinquere — scrivono i magistrati che si soffermano ampiamente sul ruolo dell’ex d.g. Luciano Moggi, principale imputato, condannato in primo grado e in attesa del processo di appello che comincerà a maggio – con un indiscutibile potere di condizionamento proprio del direttore sportivo juventino, potere dispiegato soprattutto nella sfera di competenza dei designatori arbitrali”. Infine per il Collegio giudicante (presidente Maurizio Stanziola, consiglieri Teresa Annunziata e Rosa Mole) “non è di poco conto evidenziare che la valenza concreta di tale potere non risulta essere una soggettiva percezione… ma una reale condizione accertata dai fatti rivelati”.
La condanna Il perché della condanna è spiegato così: “La duplice veste di consigliere federale e di dirigente di un club tra i più importanti e blasonati, per storia e prestigio acquisito nelle competizioni, attribuiva all’imputato una particolare visibilità cui si accompagnava un concreto potere decisionale non solo nell’ambito proprio della squadra ma anche nelle questioni e relazioni esterne”.