(A. Pugliese) – «La Champions League? È fantacalcio, inutile illudersi». Sarà anche così, ma intanto a Roma a quel sogno ci si crede ancora. Sarà l’inebriante tepore dell’aria di primavera o l’inesauribile ottimismo dei romani, ma quelle parole espresse da Aurelio Andreazzoli subito dopo la vittoria con il Parma, domenica scorsa, non hanno scalfito molti dei migliori auspici giallorossi. Ma un’eventuale qualificazione alla Champions del prossimo anno è davvero fantacalcio? «Di certo, per raggiungerla dovrebbe succedere qualcosa di straordinario», ha detto ancheFrancesco Totti pochi giorni fa. Ed allora vediamo proprio cosa dovrebbe essere quel qualcosa di straordinario.
Cammino – La Roma viene da 13 punti nelle ultime sei partite, quelle da cui Andreazzoli ha preso la conduzione tecnica della squadra (2,16 la media-punti del nuovo allenatore giallorosso). Con lui la Roma è risalita al quinto posto in classifica (a quota 47), a -7 dalla soglia Champions(attualmente occupata dal Milan a 54 punti). Se la Roma continuasse a viaggiare sui ritmi tenuti finora da Andreazzoli (2,16 punti per nove partite, per un totale di 19,44) chiuderebbe la stagione a 66/67 punti, due o tre punti in più di quanti ne servirono lo scorso anno all’Udinese (che chiuse in classifica a quota 64) per aggiudicarsi il terzo posto e — di conseguenza — anche i preliminari di Champions.
Perché crederci – Il problema, in realtà, qui è più sottile, perché la marcia del Milan in questo momento sembra senza sosta (27 punti nelle ultima 11 gare, da quando cioè i rossoneri caddero proprio all’Olimpico per 4-2, ultima sconfitta in campionato subita dalla squadra di Allegri). Ma la Roma ha l’obbligo di crederci almeno per tre buoni motivi: c’è ancora uno scontro diretto da giocare (alla penultima giornata, anche se a San Siro), in un eventuale arrivo a pari punti tra giallorossi e rossoneri (ed in caso di vittoria proprio a San Siro, o anche di pareggio o di sconfitta con il minimo scarto) la Roma passerebbe per gli scontri diretti e poi il calendario immediato del Milan, durissimo: dopo la sosta della Nazionale, infatti, i rossoneri dovranno affrontare una doppia trasferta (Chievo e Fiorentina), per poi ospitare il Napoli ed andare a far visita alla Juventus). Certo, anche quello della Roma non è semplice, a cominciare dalla trasferta di Palermo (disperato) e dal derby dell’8 aprile. Ma poi ci sono tre gare abbordabili (Torino fuori, doppia casalinga con Pescara e Siena). A quel punto, se la distanza si fosse assottigliata, allora a fare la differenza sarebbe altro: voglia ed entusiasmo. E la Roma di oggi di tutto questo ne ha molto.