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GAZZETTA DELLO SPORT Lamela superstar: una macchina da gol

Lamela

(A. Pugliese) – Con Luis Enrique prima e Zeman poi, eravamo abituati a vederlo giocare esterno d’attacco, quasi sempre a destra per sfruttare il«gioco a rientro», ma a volte anche a sinistra. Con Andreazzoli, invece, ha fatto spesso il trequartista, imparando però anche a fare l’esterno di centrocampo nel 3-5-2 o nel 3-4-2-1. In questa duttilità tattica, che nasce anche dalle capacità organiche del suo fisico e dalla sua disponibilità, Erik Lamela quest’anno ha già messo a segno 13 gol «puri», e cioè senza battere punizioni o calci di rigore. Escludendo i gol su calci da fermo, meglio quest’anno hanno meglio solo in due: El Shaarawy (16 gol, tutti «puri» proprio come Erik) e Cavani, che da 20 scende a 15. Gli altri, invece, gli scivolano dietro, a cominciare da Di Natale (che passa da 15 a 11) e Pazzini (da 13 a dieci). Considerando che lo scorso anno Lamela, di questi tempi, aveva segnato solo un gol (quella al Palermo, all’esordio) è facile capire quanto e come Erik sia cresciuto in soli 12 mesi.

Duttilità infinita Lamela in questo momento è uno degli intoccabili nel mosaico giallorosso, anche per questa sua duttilità tattica che permette ad Andreazzoli di poterlo schierare in campo in più posizioni. E con compiti anche molto diversi. Non è un caso che anche domenica scorsa, subito dopo la vittoria colta contro il Parma, Andreazzoli per«giustificare» il suo utilizzo sull’intera fascia destra ha sottolineato come«Erik ha capacità organiche straordinarie e già nel corso del ritiro estivo ha battuto il record di sempre sulle ripetute da mille metri per le preparazioni di Zeman, che apparteneva da anni a Di Francesco». Se a tutto questo si aggiunge poi la grande confidenza con il gol, il quadro è perfetto. Erik, tra l’altro, sta facendo anche meglio di un certo Javier Pastore, a cui è stato spesso paragonato, che nei suoi primi due anni in Italia (al Palermo) segnò in tutto 14 reti (in 69 partite, ad una media di 0,20 gol a partita). Lamela, ad oggi (e con ancora 9 partite da giocare da qui alla fine del campionato) è già arrivato a 17 reti in 53 partite (ad una media-gol di 0,32 a partita), con un rendimento destinato a salire ancora, visti gli ampi margini di miglioramento di cui dispone.
Ansia Miralem Detto dello stop di Marquinhos (elongazione al bicipite femorale, dieci giorni di stop e trasferta di Palermo a rischio, tornerà dopo le feste pasquali), la Roma è in ansia per Pjanic e spera che domani non giochi la sfida con la Grecia. Lui, dal ritiro della Bosnia fa sapere «che la gamba sta migliorando, in un primo momento il problema sembrava molto più grave. Ma dubito che potrò giocare, se non per venti minuti. Per come stanno le cose ora ci sono poche possibilità di vedermi in campo». La Roma, in realtà spera neanche quelli. Chiusura con Douglas, il difensore brasiliano del Twente, sui cui Sabatini è tornato di recente alla carica.
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