(M.Galdi) – L’Alta corte di giustizia sportiva ha respinto il ricorso del Cagliari contro Federcalcio e Roma e in virtù di questa decisione resta confermato lo 0-3 a favore dei giallorossi. La decisione dell’Alta corte chiude definitivamente il capitolo sulla partita non giocata il 23 settembre 2012. Resta aperta ora soltanto l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato da parte del prefetto di Cagliari (o dell’avvocatura dello Stato) contro la decisione del Tar della Sardegna di illegittimità della decisione dello stesso prefetto di non far giocare la partita a seguito «dell’invito » fatto dal presidente Cellino ai tifosi di andare allo stadio nonostante le «porte chiuse». L’illegittimità era però dovuta a un «vizio procedurale»: il prefetto non aveva convocato il comitato per l’ordine pubblico. Il ricorso al Consiglio di Stato verterebbe proprio sul fatto che si trattava di esigenze di ordine pubblico prese in fretta per evitare problemi e non di aspetti di agibilità dell’impianto.
Il ricorso Il Cagliari (assistito dall’avvocato Grassani) fondava molto sulla sentenza del Tar, mentre la Federcalcio e la Roma ribattevano come le due cose fossero disgiunte: il Tar giudicava un vizio di forma, mentre il non poter giocare la partita era dovuto a problemi di ordine pubblico. Qualche obiezione è venuta sul deposito dell’ordinanza di arresto di Cellino, ma proprio in quelle pagine si evidenziava come l’impianto di Is Arenas non era agibile e quindi erano motivate le «porte chiuse». Quel provvedimento del resto non era mai stato appellato dal Cagliari.[…]