(L.Calamai) Non è più la squadra di Zeman. Ma è ancora alla ricerca di una sua precisa identità. La Roma di Andreazzoli conquista un punticino che allunga la striscia di risultati positivi (tre vittorie e un pareggio), ma chiude in maniera probabilmente definitiva il sogno Champions. Il rimpianto per Totti e compagni è quello di non essersi visti assegnare un rigore, a metà ripresa, per un intervento di Danilo su Torosidis. Fallo netto che il mediocre arbitro Guida trasforma in un cartellino giallo per simulazione del centrocampista greco. Poteva essere il match-ball per i giallorossi. A proposito: il direttore di gara di Torre Annunziata distribuisce tre ammonizioni per simulazione. Forse un record. E se la valutazione sul contatto Danilo-Torosidis è clamorosamente sbagliata, è esagerato anche il giallo sbattuto in faccia a Domizzi (ci sta quello per Maicosuel). Non solo. Il signor Guida, dal cartellino facile, infligge pure un rosso a Heurtaux per un intervento su Florenzi. Il giallo sarebbe stato più che sufficiente. In una partita mediocre l’arbitro è stato sicuramente il peggiore in campo.
COMPROMESSO Torniamo alla Roma. Mister Aurelio sta cercando un compromesso tra il vecchio e il nuovo. Certo, Totti era e resta il punto di riferimento della manovra giallorossa. Il capitano parte da prima punta ma, in realtà, va dove lo porta l’ispirazione. E i suoi colpi hanno quasi sempre qualcosa di geniale. Ma, rispetto alla «versione boemo», Andreazzoli ha restituito la regia della squadra a De Rossi e non ha nessun problema a portare nove uomini dietro la linea della palla per cercare poi di colpire in contropiede. Nell’undici iniziale ci sono poi due sorprese. La bocciatura di Osvaldo e la promozione di Perrotta (al suo debutto da titolare) al posto di Tachtsidis, scomparso dalla scena dopo l’esonero di Zeman. Scelte che funzionano visto che nei venti minuti iniziali la Roma sfiora il gol con Florenzi, pescato da una verticalizzazione al bacio di capitan Totti, e sblocca il risultato con Lamela, che appoggia in rete dopo un colpo di testa di Florenzi deviato sul palo da Brkic.
SCELTA DISCUTIBILE Con la partita in pugno la squadra giallorossa si smoscia di colpo. E qui vengono a galla i limiti di un progetto tattico che ancora deve prendere corpo. Senza un riferimento preciso in avanti De Rossi e compagni tendono ad abbassarsi. E così, dopo l’avvio spumeggiante la Roma non riesce più a tirare in porta. Andreazzoli poi, al 16′, decide di richiamare in panchina Totti. Perché questa scelta? Forse perché il capitano giallorosso aveva subito un giallo (anche questo molto severo) per una mezza manata a Danilo? Di sicuro Totti non era sulle gambe. Anzi, sembrava tra i più lucidi. Scelta discutibile che viene subito punita da Muriel (fino a quel momento inesistente) che salta due avversari e scarica un destro violento che passa in mezzo alle gambe di un disorientato Stekelenburg.
CLAMOROSO ERRORE L’Udinese non ha altro da mettere sulla bilancia anche perché l’altro grande vecchio dell’incontro, Totò Di Natale, non va oltre una conclusione iniziale deviata dal portiere olandese. Poco, quasi nulla. Ma alla vigilia Di Natale aveva ammesso, con la consueta onestà, di essere stanco. Forse più nella testa che nelle gambe. E in più la squadra di Guidolin resta in dieci per l’espulsione di Heurtaux. Il finale è di nuovo della Roma. Mister Aurelio prova a pescare qualcosa di vincente dalla sua panchina inserendo Lopez e Balzaretti. Ma il pallone giusto arriva sul destro di Osvaldo che si ritrova solo davanti a Brkic ma conclude a lato. Un errore clamoroso. Un’ulteriore conferma che il matrimonio tra Osvaldo e il pianeta giallorosso è sempre più avviato al divorzio. L’1-1 non permette alla Roma di agganciare la zona Europa. L’Udinese, invece, si avvia a chiudere un campionato di transizione.