(M. Cecchini) – Il convitato di pietra è stato un fantasma ingombrante, la materializzazione mediatica di un sogno oppure di un imbarazzo. Logico, perciò, che il Cda della Roma officiato ieri a Trigoria sia stato diverso dal solito, nonostante le forme canoniche con cui è stato affrontato. Tra membri della proprietà americana, esponenti del socio di minoranza UniCredit e «indipendenti», sembra che un argomento abbia messo d’accordo tutti, i presenti in carne ossa e quelli in semplice collegamento: il caso relativo allo sceicco Adnan Adel Aref Al Qaddumi al Shtewi — dal punto di vista dell’immagine — per il club sta rappresentando uno tsunami le cui ripercussioni non finiranno ai titoli di coda di questa storia.
UN “CALDO” CdA Per questo, vista la delicatezza del momento, ai lavori hanno partecipato — in modo virtuale — sia il presidente James Pallotta, sia il vice ceo di UniCredit Paolo Fiorentino, che a margine del consiglio hanno ribadito i loro diversi punti di vista sulla questione dello sceicco. Se la Roma sottolinea come la vicenda Qaddumi non sia stata affrontata, fonti bancarie ci dicono come Fiorentino abbia ribadito a Pallotta tutti i dubbi relativi alla solidità del personaggio, con cui il club ha firmato un preliminare per l’ingresso nella LLC, cioè la società che controlla la Roma. Il presidente però ha ribadito come intende aspettare il termine concordato — il 14 marzo — per togliere eventualmente la fiducia allo sceicco, che per parte sua fa sapere come sia in grado di onorare il proprio impegno (pari a 50 milioni) anche prima della scadenza, tant’è che addirittura c’è chi parla di un colpo di scena a brevissimo.
BILANCIO: 26 MILIONI DI ROSSO Il Cda in sé, comunque, si è svolto in due parti:nella prima è stato ufficializzato l’insediamento di Italo Zanzi come global ceo, ereditando così le deleghe di Mark Pannes, che pure resterà in consiglio, così come l’ex presidente Tom Di Benedetto. Ad uscire dal Cda (ufficialmente per motivi personali) per far posto a Zanzi è Andrea Gabrielli.
La seconda parte del Cda, poi, è stata incentrata sull’analisi e sulla approvazione della semestrale, che pure ha evidenziato 26 milioni di perdite (in linea con le previsioni), nonostante l’aumento fatto registrare nei ricavi. Insomma, in attesa che si materializzi la ricapitalizzazione prevista (50 milioni già versati e 30 ancora da sborsare), le prospettive per la chiusura del bilancio a giugno non sono rosee, soprattutto se non arriverà la qualificazione alla prossima Champions o addirittura alla Europa League. Per questo sarà benvenuta la chiusura dell’accordo col prossimo sponsor tecnico, che prenderà il posto della Kappa (col quale è in atto un contenzioso legale). In vantaggio pare essere ancora la Nike, anche se farebbe partire l’accordo dal 2014-2015, con in mezzo una stagione di «autoproduzione. La Adidas, invece, sarebbe pronto ad accogliere da subito la Roma nel proprio pacchetto di squadra.Insomma, a dominare il futuro prossimo della Roma saranno le questioni finanziarie, soprattutto se la squadra non riuscisse a tornare nelle zone nobili della classifica.
Per questo lo sceicco e i suoi misteri non spariranno così presto dall’orizzonte.