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GAZZETTA DELLO SPORT Soriano (Ad Man.City): “Lamela da noi? Solo voci…La Roma ha un brand di notevole spessore, ma va sfruttato meglio. Serve lo stadio nuovo”

Roma-Torino Lamela

(Gazzetta dello Sport) – «Come sta Mario?» Ferran Soriano accoglie Adriano Galliani con un largo sorriso e una domanda spontanea.L’abbraccio è immediato. L’amministratore delegato del Manchester City e quello del Milan si rivedono per la prima volta dopo il grande affare di gennaio. La risposta del rossonero è di spirito: «Balotelli sta bene. Ma me l’hai fatto pagare troppo. E sta segnando poco…». Il retroscena è l’abbrivio di una giornata particolare nella sala Montanelli, in casa Rcs. Tanti premiati al «Ghirelli», ma l’ospite d’onore è proprio lui, il nuovo manager di uno dei club più ricchi al mondo, quello dello sceicco Mansour.

Orgoglio catalano, una carriera nata proprio nel Barcellona, come vice del presidente Joan Laporta, «fratello» di Txiki Begiristain (ora d.s. al City con lui) e mentore di Pep Guardiola. E il titolo del suo libro è una metafora di vita: «Il pallone non entra mai per caso». Cioé la sua ricetta per il calcio del futuro.

«Un anno puoi vincere per caso, ma alla lunga servono programmazione e investimenti per arrivare alla finale di Champions League».

Questa è la favola del Barcellona.

«Nel 2003 facemmo una ricerca. Per ogni giocatore approdato in prima squadra dalla cantera c’era stata una spesa media di 2 milioni. Un’inezia se si pensa ai costi attuali».

Ma è l’unica strada?

«La principale. Il principio d’appartenenza è fondamentale per dare un’impronta tecnica al club. Perciò incide anche il modulo di gioco. Già a 5 anni bisogna apprendere lo stile della società: poi i frutti arriveranno».

Le manca la Catalogna?

«Il sole certo, è la mia terra. Ma è cambiato totalmente il mio modo di lavorare da quando sono al Manchester City. In Spagna il 60% del mio tempo era dedicato alla comunicazione, cioé alla politica. Ogni giorno dovevi conquistarti la fiducia dei soci-elettori. In Inghilterra, invece, devi dar conto solo alla proprietà e hai molto più tempo per operare».

Come vede il calcio europeo dalla sponda Premier?

«I fatturati parlano chiaro. Le società inglesi incassano il doppio delle altre Leghe più importanti e conta molto la tradizione, i rapporti con l’Asia. E’ come un treno ad alta velocità».

Quindi non c’è gara?

«Tutt’altro. In Germania hanno fatto una lavoro importante e sono cresciuti tanto sul mercato interno, ma anche Italia e Spagna hanno tante potenzialità. Inter, Juve, Milan e Roma, ad esempio, hanno un brand di notevole spessore, ma va sfruttato meglio».

Come?

«Innanzitutto costruendo stadi nuovi: strutture accoglienti e con servizi che invoglino a spendere. Con l’eccezione della Juve è impensabile che i club milanesi incassino solo 30 milioni dai biglietti contro i 100 e passa delle rivali di Champions. Non c’è spazio per uno nuovo stadio a Milano? Tipo un Allianz Arena o un Emirates?».

E basta?

«Vanno venduti forse meglio i diritti televisivi esteri. I margini di miglioramento sono enormi».

La Premier ha anche un manager indipendente.

«Sino ad un certo punto, per la verità. I condizionamenti ci sono anche lì».

Intanto le concorrenti discutono i vostri sponsor. Non c’è un’aria serena.

«I rapporti stanno migliorando. Il calcio inglese apprezza il concetto che gli investitori sono benvenuti perché le ricadute positive non sono solo per chi spende, ma per tutto il sistema».

Come la mettiamo con il Fair play finanziario? La vendita di Balotelli dipende da questo?

«No. Mario è andato via per una sua scelta. La nostra squadra resta competitiva. Anzi, il nostro problema è quello di trovare giocatori più forti di quelli già in rosa. Non è facile».

Ora c’è il tappo alle spese…

«Negli ultimi tre esercizi ci sono state perdite di 200 milioni, poi, di 100 e ora si profila un rosso di 50. Ma abbiamo anche appena investito 150 milioni per le strutture del settore giovanile. E’ un progetto fantastico, all’insegna della sostenibilità finanziaria».

Qual è il futuro di Roberto Mancini? Ci sono voci poco tranquillizzanti su di lui.

«Mancini è un campione, non aggiungo altro. E comunque non è facile rivincere in qualsiasi campionato, soprattutto in Premier».

Al City sono stati accostati i nomi di Lamela e Jovetic. Conferma?

«I rumors li associano al City, ma non commento mai le voci di mercato».

Ha parlato con Guardiola? Come giudica la sua scelta?

«Certo, con Pep mi sento spesso. Ha fatto la cosa giusta. Il Bayern è un club importante e in grande ascesa».

L’attrae l’Italia?

«Mai dire mai. Si mangia bene, si vive bene. Ma ora sono concentrato solo sul City»

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