Dopo essere stata a rischio rinvio, Roma-Parma si giocherà regolarmente domenica tra le mura capitoline dell’Olimpico. A questo proposito, la redazione di GazzettaGialloRossa.it, ha contattato Pietro Carmignani, ex allenatore di Milan e Parma, per esprimere un giudizio sul prossimo turno di campionato. Ecco le sue parole:
Un ricordo della sua esperienza a Parma?
“Sono stato 14 anni a Parma a partire dall’89. Ho avuto esperienze dirette in prima squadra: nel 2001/2002 ci salvammo e vincemmo la coppa Italia in finale con la Juventus, mentre nel 2004/2005 ci salvammo ancora con lo spareggio con il Bologna”.
Lei ha vissuto la stessa storia di Andreazzoli. Da vice ad allenatore: che sensazione si prova?
“Ti cambia la vita: da collaboratore diventi responsabile e ti carichi tutti i pesi sulle spalle. Tutto passa alla tue decisioni, devi programmare allenamenti, studiare avversari, formazioni, tattiche e la giornata diventa piena. Praticamente vivi, a parte le poche ore in cui dormi, sempre pensando al calcio e alla partita che deve arrivare. E’ un lavoro che ti responsabilizza ma che ti fa piacere”.
E’ la scelta giusta?
“Sicuramente. Arrivando ad un certo punto del campionato è la scelta più semplice. Un nuovo allenatore ci avrebbe messo un mese prima di conoscere tutti i nomi”.
C’è chi lo accusa di essere troppo amico dei giocatori…
“E’ un discorso abbastanza difficile. Bisogna avere un rispetto reciproco e sapere come comportarsi con i giocatori per farli lavorare. Deve essere un rapporto sincero nel quale può esserci anche amicizia”.
Di lui si diceva un gran bene a Coverciano. Ha avuto modo di conoscerlo?
“Sapevo che faceva parte dello staff di Spalletti. Non l’ho conosciuto personalmente e non posso dire nulla, ma sembra una persona molto seria e corretta. Evidentemente se è lì è anche capace. La Roma non la affidano a degli incapaci”.
Su Donadoni?
“Da giocatore era un po allenatore. L’ho conosciuto al Milan negli anni in cui si vincevano le Champions ed era un maestro in campo. Dopo gli è stato semplice fare l’allenatore e ottenere ottimi risultati. E’ una persona capace come tecnico e gradevole dal punto di vista comportamentale. E’ destinato a restare sulla cresta dell’onda per tanto tempo”.
Lei ha lavorato con Zeman. Ha mai provato a fargli cambiare idea sulla fase difensiva?
“Ho provato tante volte: ero ancora un giovane allenatore alle prime esperienze e tante volte alla sera mi fermavo a parlare con lui dopo cena, ma lui era così ed è rimasto tale e quale. E’ un allenatore che poteva avere ancora molto di più”
Sulla Roma?
“La Roma è sicuramente una squadra che si sta esprimendo in maniera concreta ed è più attenta alla fase difensiva. Riesce a fare risultato approfittando delle occasioni che gli capitano. In più ha un Totti sempre giovane. Non l’ho mai conosciuto personalmente, ma sono un suo grande tifoso”.
Sul terzo posto?
“E’ difficile, deve superare molte squadre, ma ha la potenzialità e le qualità per farlo”.
Sul Parma?
“Il Parma è una squadra che viene fuori da una situazione difficile. Credo che il suo potenziale sia quello di questa stagione, ma del 2012: i ducali sono una squadra che può giocarsela con tutte”.
Il 3-5-2 è uno dei moduli più utilizzati in serie A. Un giudizio?
“Con 3 difensori ci si giocava dal 2002-2003, sono cose di 10 anni fa. Io sono contrario ad intendere i sistemi di gioco fatti dai numeri. Ci sono giocatori totali che devono saper difendere e attaccare nel momento opportuno”.
Un giocatore che le è rimasto impresso?
“Gilardino che è un goleador eccezionale che gioca per la squadra. Un altro è Morfeo che è un genialoide che poteva dare molto di più. Se fossi rimasto lo avrei fatto giocare alla Pirlo. Gli ho ho visto fare giocate degne di Totti e Baggio”.
Gli uomini match?
“E’ facile pensare ad Amauri e Sansone per il Parma e i tre attaccanti della Roma”.
Pronostico?
“E’ una partita da tripla anche se la Roma ha più speranze di vincere del Parma”.
A cura di Flavio Festuccia