(P.Ziliani) – Sarà anche vero che Palazzi ha offerto a Conte tè e pasticcini durante l’interrogatorio di lunedì a Roma (che ha condotto in prima persona): ma pensare che le 3 ore siano servite soprattutto a far raffreddare il Twinings nelle tazze, ci sembra eccessivo.“Non scherziamo: parliamo di calcio!”, ha risposto Conte, uscendo dalla Procura, a chi gli chiedeva se temesse un nuovo deferimento. In realtà, anche se la gara a chi silenzia di più – sui giornali e in tivù – impazza, il rischio che il tecnico venga nuovamente deferito per omessa denuncia è altissimo. E non potrebbe essere altrimenti. Deferito per omessa denuncia per il caso-Siena, Conte venne squalificato per 10 mesi, ridotti poi a 4 dal Tnas (terzo grado) che nel dispositivo di sentenza non poté non rimarcare la seguente, incontrovertibile circostanza: “Come ammesso dalla stessa difesa di Conte, quest’ultimo avrebbe avuto conoscenza dell’illecito accaduto in data 8 marzo 2012. La confessione di Stellini è datata 29 luglio 2012”. Si parla di Albinoleffe-Siena 1-0: Conte sapeva del tarocco molti mesi prima della confessione di Stellini, ma non disse nulla. Non denunciò.
EBBENE. Il giorno 7 agosto 2012, interrogato dalla Procura di Bari, Stellini confessa gli illeciti di Bari-Treviso 0-1 e Salernitana-Bari 3-2 già denunciati a Palazzi da Masiello e Micolucci. Un mese dopo, il 6 settembre, la Procura barese convoca (a Monopoli) Conte e gli chiede chiarimenti sui suoi rapporti con Stellini. Conte si lamenta del ritardo con cui il suo uomo lo ha messo al corrente delle sue malefatte: come quella di Salernitana-Bari.“… Stellini venne e mi disse…”. I pm: “Venne dove?”. Conte: “Sì, nello spogliatoio eravamo. Mi disse: “Perché…”, cioè io chiesi spiegazioni e dissi: “Ma com’è che te ne stai uscendo?”. Disse: “Mister, su Bari-Salernitana c’è qualcosa”. Dissi: “Cristian – dissi proprio così -, Cristian, per favore, tu sai quello che sto passando, per favore non dirmi un cazzo, esci. Esci. Lascia stare. Lascia stare e non discutiamo, non voglio sapere niente”. E io da lui non ho saputo niente, capisci?”. I pm: “Nello spogliatoio di Torino quando? Quando intende?”. Conte: “Quando è uscita la notizia. Quando è uscita sul giornale. Non so quando è uscita”. I pm: “Prima o dopo che lui è stato convocato qui?”. Conte: “Guardi, appena uscita la notizia, le dico la verità, appena uscita la notizia. Poi lui, da lì a poco, comunque ha preso e si è dimesso”.
ORA. A parte il fatto che non si capisce quando Stellini possa essere entrato nello spogliatoio nei giorni che intercorrono tra uscita della notizia sui giornali (1 agosto) e suo interrogatorio (7 agosto), visto che 1’1 patteggia a Roma 2 anni di squalifica e il 3 patteggia altri 6 mesi: mentre la Juve 1’1 è a Ginevra per l’amichevole col Benfica, il 4 è a Salerno per l’amichevole col Malaga e il 5 vola a Tokyo per la Supercoppa; a parte questo, e a parte le deposizioni di Gillet, Kutuzov, Lanzafame e Bonomi che parlano di un allenatore del tutto consapevole dei tarocchi in atto, non si capisce perché Conte, già inguaiato una volta da Stellini, non corra subito a denunciare il colloquio col suo braccio destro (“Mister, su Bari-Salernitana c’è qualcosa…”): comportamento doppiamente incomprensibile considerando che Stellini il 6 agosto si dimette e lascia la Juve. Siamo, come si vede, in piena omessa denuncia. Solo che adesso Conte è recidivo e non potrà più, se condannato, ricevere sconti. Per lui si profila il rischio di un anno di squalifica.