(S.Carina) – Dal Palermo a Palermo, è cambiato tutto per Miralem Pjanic. Un girone dopo, quella di sabato contro i rosanero sarà una gara completamente diversa per il bosniaco. A novembre, infatti, reduce dalla panchina contro il Parma, l’ex Lione giocò appena otto minuti, subentrando nel finale al posto di Lamela. La settimana successiva un’altra panchina nel derby, prima del gol (inutile) e delle polemiche per gli insulti a Zeman, inizialmente smentiti dal calciatore e poi confermati dal tecnico. Ora con Andreazzoli, Pjanic ha cambiato posizione in campo, diventando il regista e fulcro della squadra. Reduce da un serio infortunio alla caviglia (che lo sta tenendo fermo dal 3 marzo) ha preferito non forzare il rientro in campo ed è riuscito a convincere il ct della Bosnia, Susic, a non schierarlo nella gara contro la Grecia. Tornato a Trigoria, ieri ha iniziato la seduta con il gruppo per poi staccarsi e svolgere la seconda fase a parte, mentre De Rossi si è limitato a un lavoro atletico e qualche giro di campo per i postumi di qualche acciacco rimediato giovedì a Ginevra nell’amichevole tra Italia e Brasile. Entrambi saranno comunque a disposizione per la trasferta siciliana dove passa molto della rincorsa europea della Roma.
KO DODÒ – Non trova pace invece Dodò. Durante la fase finale della seduta di ieri, il brasiliano ha riportato un trauma distorsivo alla caviglia sinistra. Oggi gli esami stabiliranno l’entità dell’infortunio che dovrebbe essere comunque meno grave del previsto: il calciatore uscendo da Trigoria camminava senza zoppicare. In vista del Palermo, corsa contro il tempo per Marquinhos (alle prese con un’elongazione del bicipite femorale sinistro) che ha corso per la prima volta in campo, svolgendo del lavoro differenziato. Out i quattro nazionali (Stekelenburg, Florenzi, Bradley e Piris: gli ultimi due torneranno a Trigoria solamente giovedì, a 48 ore dalla trasferta in Sicilia), Destro (che spera nella convocazione) e l’influenzato Balzaretti, rimasto precauzionalmente a casa. Ieri Andreazzoli ha fatto svolgere sia del lavoro di forza in palestra (e di corsa sul campo) che di tecnica con una fase dedicata al possesso palla.