(P.Liguori) – Siamo tifosi davvero fortunati. Da vent’anni, Francesco è la nostra delizia.
Quest’anno, più che mai: il nostro Capitano, un nostro fratello più che altro, ci sta facendo vedere cose straordinarie, ci ha conservato il gusto e l’orgoglio di tifare ancora e sempre Roma. Francesco (Totti per i non romanisti) ce l’abbiamo solo noi, nella buona e nella cattiva sorte. E, nell’ultimo tratto di strada, ha trascinato quasi da solo. La squadra ed ha deciso con il suo talento che questo campionato non deve finire nella mediocrità.
Da anni Francesco vale da solo almeno la metà di un biglietto dello stadio e allora seguiamolo, come al solito. Ripartiamo da lui, che ammette di essere in una forma straordinaria grazie a Zeman. È semplice e onesto come pochi, anche quando spiega che lui ci ha creduto, ma le cose non sono andate come potevano, perché molti suoi compagni non hanno seguito l’allenatore. È generoso Francesco, anche quando ricorda con affetto Macello Lippi, che lo aspetto’ e lo valorizzo’ in quel Mondiale a Berlino, contro il parere di tanta critica prevenuta. Ora Lippi potrà dire: visto quanta benzina ha ancora quel campione? Francesco è grandissimo ed è fatalista, come chi sa bene che deve contare soprattutto su se stesso. A Palermo deve trascinare la Roma alla vittoria e poi, sotto sotto, sta già preparando il derby. Uno sceicco finto poteva arrivare solo a Roma, dice Francesco. Ma uno come lui, a Roma nasce una volta in un secolo. E, per fortuna, in maglia giallorossa.