(M. Ferretti) – Olimpico, ore 20,45: c’è la Roma contro il Genoa. I giallorossi, reduci da due vittorie di fila, cercano il tris;Francesco Totti, 224 reti in A, punta ad agganciare e, perché no?, anche sorpassare Gunnar Nordahl nella classifica dei cannonieri all time; Daniele De Rossi spera di firmare il primo gol stagionale; Dani Osvaldo confida di tornare a segnare in casa, cosa che non capita dal 22 dicembre dello scorso anno. Ce n’è per tutti i gusti, senza dimenticare che i sei punti firmati Aurelio Andreazzoli nelle ultime due partite hanno riportato a Trigoria entusiasmo e obiettivi.
LA GRANDE EUROPA – «Il terzo posto è un sogno? Mah, essere sognatori non è un peccato. Anzi, chi non ha sogni ha finito di vivere…», spiega il tecnico di Massa. «Poi c’è la realtà e la realtà ci vede in una situazione problematica in termini di punteggio. Non voglio fare programmi a lunga scadenza, non mi piacciono assolutamente e, secondo me, non hanno senso. Ha senso, invece, concentrarci molto e guardare l’impegno successivo con attenzione maniacale». E ancora. «Il Genoa (mai vinto in campionato all’Olimpico: un solo successo ma al Flaminio, ndr) è squadra molto equilibrata, compatta. È difficile che subisca reti come ha dimostrato nelle ultime partite. È una squadra che riparte molto bene e che combatte. Credo che come caratteristiche sia la meno adatta da affrontare in questo momento», dice Aurelio, che recupera Totti e De Rossi, assenti a Bergamo per squalifica. «Daniele sta decisamente meglio, ha fatto un grosso passo in avanti sul piano della condizione».
ADDIO PASSATO – Quarta gara del nuovo corso e, arrivati a questo punto, Andreazzoli chiede di non parlare più di Zeman. «È irriverente nei suoi confronti continuare a farlo. Lui ha fatto il suo lavoro e, per me, anche molto bene per me. Ora, però, pensiamo solo a ciò che hanno espresso la squadra, la società e tutto l’ambiente da quando ci sono io». I giocatori, però, sono i primi a sottolineare pubblicamente le differenze/novità. «Io credo che qualsiasi attività lavorativa o solo associativa necessiti di condivisione. Se non c’è l’obiettivo lo inquadri ma non lo raggiungi mai o lo raggiungi parzialmente. Se condivisione c’è verso gli obiettivi, verso le regole che riguardano l’applicazione e il rispetto tutto diventa molto facile da raggiungere. Io l’ho usata non solo con i giocatori, ma con tutto l’ambiente».
LA SVOLTA – Condivisione, partecipazione, empatia: chiamatela come vi pare, ma a Trigoria si respira un’altra aria. «Essere amici fa parte dei rapporti interpersonali, ma in campo vanno i professionisti: io sono molto intransigente, anzi moltissimo ma il gruppo è molto disponibile, anzi moltissimo». Traduzione: io non guardo in faccia nessuno e lavoro. «La cosa che più mi dispiace è non avere tempo per fare tutto quello che vorrei, come accaduto oggi (ieri, ndr). Il gruppo è tornato ad allenarsi divertendosi, si sta ricompattando per quasi la sua totalità, ha ampi margini di miglioramento ma il mio vero problema è lasciare ogni volta fuori dieci giocatori meritevoli di andare in campo».
L’IMPRESA – Totti, come detto, stasera va all’attacco di Nordahl, 225 gol, per raggiungere il secondo posto nella classifica dei bomber di sempre. Tutta la squadra, e lo stadio intero, sono pronti a dargli una mano, se ne avrà bisogno. L’Olimpico è pronto per una doppia festa.