(U. Trani) – «Lo dedico alla mia famiglia». Alessio Romagnoli è semplice e fa bene. Anche se poi, quando deve raccontare la sua storia di calciatore, ammette che il suo modello è Paolo Maldini e che, quando iniziò da centrocampista, si ispirava a Zinedine Zidane.«E’ una serata unica, una gioia immensa per me. Il massimo, debuttare da titolare e segnare il primo gol in A. Non potevo certo immaginarmi una notte così».
LACRIME DOPO IL GOL
Piange dopo la rete, per l’emozione di quell’abbraccio dei compagni, con tutta la panchina coinvolta, e della gente. «E’ la conferma che siamo un gruppo stupendo e unito». E’ diventato maggiorenne il 12 gennaio. Nato nel ’95 e dunque dopo il primo gol di Totti in A, nel settembre del ’94 al Foggia, qui all’Olimpico. «E’ troppo bello giocare con lui. Non so spiegare che cosa si prova». Alessio su quel calcio d’angolo è stato bravo ad antcipareAntonelli: «Speravo che la palla finisse proprio nella mia zona. Sono stato bravo a capire dove l’avrebbe messa Totti. Poi, però, non ho capito più niente».
Romagnoli vive a san Giacomo, poco fuori Nettuno. Da lì Bruno Conti lo ha portato a Trigoria. Era ancora un bambino. «Ma ho fatto di tutto per restare anche quest’anno, per giocarmi le mie chance. e ho fatto bene. Marquinhos è un fenomeno, ma non sentito la pressione quando ho saputo che avrei preso il suo posto. Andreazzoli mi ha detto di stare tranquillo. I compagni mi hanno aiutato e per me è stato tutto facile». Non la gara. «Dopo il gol di Francesco abbiamo sofferto. Loro hanno avuto prima quella serie di corner e a seguire diverse occasioni. È stato bravo Stekelenburg a fare qualche miracolo. Poi il mio gol… Stiamo lavorando bene, dobbiamo continuare così. Abbiamo vinto tre partite e possiamo ancora arrivare terzi. Io ci credo».