(M. Ferretti) – È una faccenda complicata, visto che non si tratta più soltanto di gol mangiati o di rigori prima scippati e poi sbagliati. Qui si tratta di comportamenti che non hanno nulla di bello e, soprattutto, di utile per la Roma. Ecco perché tirare in ballo soltanto quell’occasionissima sprecata in pieno recupero a Udine ha poco senso: il discorso è più ampio e va al di là dell’aspetto tecnico. Dani Osvaldo, undici gol in cassaforte, ha smesso da tempo di rappresentare un valore in più per la Roma. Non segna dal 27 gennaio, a Bologna, ma soprattutto ormai sembra un corpo quasi estraneo alla squadra.
Era già capitato che finisse in panchina, ma l’esclusione iniziale di Udine (mascherata daAndreazzoli come scelta tecnica) ha avuto un sapore diverso. Come se il tecnico e la società avessero voluto dare un segnale (definitivo?) all’attaccante di Buenos Aires. Tipo: i bonus sono finiti. Non tanto per il rendimento sul campo quanto per alcune scelte (comportamenti…) del numero 9 nei confronti del gruppo. Come la palese insofferenza mostrata in occasione del cambio durante Roma-Genoa, dopo una prestazione inguardabile. L’Osvaldo furioso (agonisticamente, s’intende) visto in azione contro la Juventus, dopo una settimana di dura contestazione a Trigoria, non s’è più visto: al suo posto un giocatore ombroso, scontroso e inutile per la causa giallorossa.
I suoi gol
11
L’argentino è il secondo miglior cannoniere della Roma, una rete in meno di Erik Lamela.
Ecco perché la sua presenza in panchina al Friuli non ha fatto gridare allo scandalo. Ma ci si aspettava che, una volta preso il posto di Francesco Totti, Osvaldo si sarebbe mangiato pallone e avversari per dimostrare che qualcuno aveva sbagliato, invece niente. Anzi, un atteggiamento (comportamento…) di eccessiva sufficienza, nella circostanza assolutamente inadeguato. Si dice: Osvaldo ha un carattere particolare. È indubbio, ma questo non basta a salvarlo dalle critiche se/quando non gioca bene. E la cosa si sta ripetendo un po’ troppo spesso. Al punto che, sempre più palesemente, si parla di una sua cessione a fine stagione. Considerando anche che la Roma ha già in casa un eventuale sostituto di valore, cioè Mattia Destro. Discorsi prematuri? Non proprio, visto che da sempre è proprio marzo il mese della programmazione.
Il contratto
2016
È legato alla Roma fino al 30 giugno 2016: quest’anno guadagna 3,76 milioni lordi.
Nonostante tutto, Osvaldo è una punta che vanta ancora parecchi estimatori, sia in Italia (Juventus e Fiorentina) che all’estero (Tottenham). La Roma due estati fa l’ha pagato circa 18 milioni di euro e il suo valore, tutto sommato, se non è cresciuto è rimasto a quei livelli. Del resto, l’italo-argentino ha segnato finora con la maglia giallorossa 23 reti, che non sono poche: ecco perché una sua cessione sarebbe legata – forse esclusivamente – a motivazioni non squisitamente tecniche. Fermo restando che potrebbe essere lo stesso Osvaldo a chiedere di andare via.