(Il Messaggero) – È un periodaccio, non c’è niente da fare. E il derby, da quella maglia esibita ai laziali («vi ho purgato anche io») dopo il gol lo scorso anno nella gara di andata, è diventato una vera e propria maledizione per lui. Osvaldo salta la sfida con la Lazio (che non ha mai battuto e forse mai batterà…), stavolta ha beccato solo un’ammonizione (era diffidato), mentre lo scorso anno ha seguito dalla tribuna il derby di ritorno, dopo l’espulsione di Bergamo. Derby a parte, Dani è rimasto al gol del 27 gennaio scorso, a Bologna, da quel pomeriggio solo prestazioni insignificanti e panchine, solo polemiche e poche pacche sulle spalle o sorrisi.
IL TREND NEGATIVO – A Palermo è entrato ad inizio ripresa, su di lui le speranze di rimonta di Andreazzoli, ma la sua prestazione si è esaurita con un tiro in porta nel finale e con quell’ammonizione galeotta per un fallo commesso da terra nei confronti di Munoz. L’addio, secondo molti, sembra scontato. Ora ancora di più. Dani non si nasconde e in fondo pensa che la sua avventura nella Roma sia finita, anche se nell’ultima intervista, rilasciata al quotidiano spagnolo “Marca”, ha ribadito la sua volontà di vincere con la Roma e di sognare, un giorno, di vestire la maglia del Real Madrid. Sarà vero?
SOGNI INFRANTI – «La Roma può raggiungere il terzo posto, abbiamo l’obbligo di provarci fino alla fine», aveva detto un fiducioso Osvaldo a Marca. La cura Andreazzoli funzionava e Zeman era ormai dimenticato, con tutti i suoi errori. «Nel calcio può succedere di tutto, è normale pagare dazio quando si gioca con un sistema come quello di Zeman. Colpa dei giocatori all’epoca? Di tutti. Siamo un gruppo, nel bene e nel male».
SOGNI REAL – «Giocare in squadre del calibro del Real è il sogno di ogni calciatore, ma prima di pensarci dovrò giocare tanto e bene con questa maglia, con la quale voglio vincere. Il mio carattere crea problemi? È un’arma a doppio taglio. Ma se sono riuscito ad arrivare fino a qui forse questo ha a che fare anche con il mio carattere».