(V. Cerracchio) – Al derby inedito di lunedì prossimo arriva meglio la Lazio, rilanciata da un successo in rimonta sul Catania fermamente cercato anche quando l’ineffabile dea del pallone sembrava essersi voltata dall’altra parte.
La scoppola subìta a Palermo per mano dell’ultima in classifica annacqua invece inesorabilmente la rincorsa europea della Roma, incappata in una prestazione talmente scialba da lasciare interdetti. Difesa inguardabile, mai così scombiccherata dall’avvento di Andreazzoli, squadra sfilacciata e arrugginita nei meccanismi d’attacco, nervosismo evidente (Osvaldo ammonito non giocherà il derby), Totti immalinconito nel ventennale dell’esordio.
Inspiegabile afflosciamento generale, nonostante il tecnico abbia cercato rimedi nella ripresa inserendo tutte le bocche da fuoco. «Mai pensato al terzo posto», ha ammesso a fine gara Andreazzoli, che aspetta il derby da esordiente per riagganciare subito i cugini.
Proprio i cambi dalla panchina hanno invece evitato a Petkovic il quinto ko consecutivo, che avrebbe aperto in casa Lazio una crisi lacerante. Il buco nero sembrava averla inghiottita dopo il fortunoso vantaggio di Izco, un autogol ha ristabilito l’equilibrio e un rigore sacrosanto lo ha definitivamente rotto a favore dei biancocelesti. Ma la realtà è che il tecnico aveva sbagliato formazione puntando su un Saha lontanissimo parente dell’attaccante che era e soprattutto escludendo inizialmente un Ederson in forma smagliante, che ha ribaltato il match con le sue percussioni.
Poi certo tutta la squadra si è battuta con spirito ritrovato e il talismano Klose, pur senza segnare, ha da solo impaurito i rivali, costringendoli ad errori fatali. Si è scaldato anche Mauri e dunque l’infermeria conta ora solo Konko e Floccari proprio mentre arriva il ciclo terribile: Roma e Juventus, inframezzati dal doppio impegno di coppa con il Fenerbahce. Lunedì il crocevia d’Europa ma ora è la Roma a non poter sbagliare.