(A. Angeloni) – Una presenza per scopi benefici, quindi nobili. Il Canottieri Aniene apre le porte al capitano della Roma. A fare gli onori di casa il neo presidente del Coni Giovanni Malagò, leader anche del noto circolo romano. Totti, e questo era poco noto ai più, insieme con Malagò è membro del consiglio di amministrazione del Bambino Gesù, ospedale preso sotto l’ala protettrice sia del capitano sia del Aniene.
OBIETTIVO BRASILE – Parlando anche di calcio. «Mi sembra che Totti stia andando abbastanza bene...», sussurra Malagò con sorriso grande così. Il numero uno dello sport italiano, si sa, è un noto tifoso della Roma, nonché amico del numero dieci giallorosso. È festa grande per Francesco, all’indomani della «chiamata» pubblica di Cesare Prandelli. Il numero 10 della Roma è consapevole di ciò che può fare adesso, non ciò che sarà di lui tra un anno o poco più. Percentuali sul ritorno in nazionale ad oggi? «Zero», dice. Bene. Totti non vuole cadere per ora nella tentazione azzurra. È mentalmente a disposizione, ma cerca di seguire l’onda degli eventi. «Se mi dovesse chiamare, non lo so, in questo momento sto bene. Da qua al 2014 si vedrà. Magari tra un anno smetto…». Poi ha ribadito che «non smetterà fino a quando non raggiungerà Piola».
MA IL CONTRATTO? – Smettere. Non ci pensa proprio, era una battuta, un riferimento al contratto che scade proprio l’anno prossimo. Lui attende notizie dalla Roma, la sua volontà è andare avanti per qualche anno ancora, si sa. Non sarà una trattativa scontata, anche perché Francesco si sente ancora giocatore di un certo livello e veicolo pubblicitario primario. Esempio: andare in tournée negli States o in Asia con Lamela è un conto, con lui un altro. La proprietà americana non ha dubbi, vuole il rinnovo (mica fessi… ndr). Di che soldi parliamo? Secondo il capitano giallorosso non dovrà essere la classica offerta che si fa a un calciatore a fine carriera. Adesso Totti supera i 4 milioni netti e diciamo che la forbice sarà tra i 2,5 e i 3,5. «Se abbiamo parlato di rinnovo? No. E quando lo faremo? Quando mi chiameranno… Io aspetto». Senza fretta. Totti non chiamerà, è talmente pigro…
IL RITORNO IN EUROPA – Del Mondiale se ne parlerà tra un anno abbondante, ora conta la Roma. «Il sogno è tornare in Champions. È l’obiettivo di tutti. Lo stadio? Pallotta lo vuole fare, ma sarà difficile. La Roma merita di stare tra le grandi, ci vuole una società all’altezza». Con un Totti così, tutto diventa calcolabile, per l’impossibile non c’è rimedio. Il segreto del suo successo? «Fare una vita da professionista. Nessuno si aspettava di rivedermi in questo modo. E il merito è di Zeman, con cui abbiamo fatto una preparazione eccellente». Il boemo, l’amico che Francesco non dimentica. Adesso però c’è Andreazzoli, che Totti vorrebbe ancora sulla panchina della Roma. «È bravo, se lo merita». Il capitano sogna la Champions perché con una Juve così è stata dura pensare allo scudetto. «Ormai l’ha già vinto», dice. L’ultima, sul Conte “esultante”. «Ha fatto bene, sta vincendo lo scudetto ed è normale festeggiare».