(P. Liguori) – Zeman è tornato a Trigoria. Anzi, la sua ombra. Osvaldo, Burdisso, De Rossi: tre giocatori importanti, tre problemi aperti per la Roma. A diversi livelli di gravità e urgenza. Esattamente, come aveva diagnosticato il Boemo settimane fa, prima di essere esonerato. È il momento di fermarsi a ragionare e la vigilia della partita di Udine è adattissima. Non c’é emergenza, ma un test importante per valutare la solidità fisica e psicologica della Roma. Osvaldo, talento bloccato dall’egocentrismo; Burdisso, leone rallentato dall’età; De Rossi, campione appesantito da una crisi che si tira dietro da mesi: nella testa, prima ancora che nei movimenti.
Vogliamo aggiungere Lamela ai problemi? Non lo è ancora, ma può diventarlo: ha smesso di giocare in profondità (e segnare), sta tornando sterilmente a far l’amore col pallone. Anche nel suo caso, ricordate Zeman? Niente nostalgia, solo diagnosi di calcio. I fatti parlano da soli, più dei risultati. Altro tema da aprire, visto che pochi lo fanno: che fine ha fatto quel ragazzo straordinario che il centrocampo della Roma ha proiettato in Nazionale? Prima l’Under, poi da Prandelli. Ricordate? Si chiama Florenzi, titolare inamovibile, adesso gioca solo quando gli altri boccheggiano. La Roma di Baldini, Sabatini e Andreazzoli coccola i casi di malumore, ma penalizza chi pensa solo a giocare e non lavora per diventare un caso sui giornali.