(V. Meta) – Non l’ha detto, Gigi Buffon, che in fondo era giusto che fosse proprio lui a prendere quel gol gioiello da Totti nell’ultimo Roma-Juve, ma forse soltanto perché non c’era bisogno di dirlo. Più che di Brasile e Bayern, nell’aula maglia di Coverciano si è parlato di quel fenomeno del suo amico Francesco, uno a cui vuole talmente bene da perdonargli pure il fatto di essere il suo portiere più battuto.
«Totti è ancora uno di noi». E due. Dopo le parole del ct Prandelli che ne aveva ipotizzato un ritorno in Nazionale qualora arrivasse alle soglie del Mondiale in una condizione sfavillante come l’attuale, non poteva non arrivare la ratifica del numero uno azzurro: «Per quel che riguarda le decisioni del ct, lo spogliatoio non deve dire nulla, sono responsabilità di chi guida la squadra».
Fine della premessa diplomatica: «Poi se si parla di un ragazzo come Francesco, dico che lui ancora oggi è uno di noi. Con qualcuno di noi, me compreso, sin dall’Under 15 Totti ha condiviso questo tipo di avventura e per me sarà sempre un compagno di Nazionale. Per un giocatore con il suo talento, la sua caratura e la sua classe, che continua a giocare a livelli formidabili come sta facendo quest’anno Francesco, è giusto che il ct non voglia precludere nulla. Mi sembra giusto per un ragazzo che sta scrivendo la storia del calcio italiano».
Dice proprio così, Buffon, «la storia del calcio italiano», con quella sua parlata che ricorda tanto Dino Zoff (che Totti in Nazionale l’ha fatto esordire) e quasi fa venire i brividi. La loro ultima partita insieme in azzurro è finita con Totti che baciava la Coppa del Mondo con un tricolore legato in testa. «Credo, ma vado per ipotesi, che dopo aver vinto il Mondiale del 2006 abbia pensato che non ci fosse momento migliore per lasciare. Penso abbia preferito dedicarsi alla propria carriera e alla propria salute, cercando di avere meno impegni e di ottimizzare il lavoro che faceva per offrire prestazioni sempre all’altezza. Ma vedendo che sono passati sette anni e sta così bene…».
È noto che lui e Totti si scambino spesso sms, stavolta il portiere non svela se abbiano o meno parlato di un ritorno in Nazionale, però lascia intendere che qualche discorso sia stato fatto: «Sono cose personali, lui sa quello che ci siamo detti».
Ma l’estemporaneo convegno sul Capitano non era ancora finito, perché dopo Buffon in aula magna è arrivato Luca Antonelli, difensore del Genoa spettatore non pagante del calcio di rigore che ha permesso a Totti di raggiungere Nordahl a 225 reti in Serie A. «Secondo me è ancora il numero uno in Italia – ha detto senza mezzi termini – perché fisicamente sta benissimo, fa delle giocate pazzesche e ha colpi che solo lui riesce a fare. Oltre a essere un campione in campo poi, è un campionissimo anche fuori». Praticamente un fan.
Dal romanista assente ai romanisti presenti: De Rossi e Osvaldo saranno sicuramente in campo dal primo minuto nell’amichevole di domani a Ginevra, anche perché entrambi sono squalificati per la trasferta a Malta. L’Italia scenderà in campo con il centrocampo a rombo: Pirlo vertice basso, Montolivo alto e De Rossi e Marchisio intermedi, rispettivamente a destra e sinistra. In avanti la coppia titolare sarà Balotelli-Osvaldo, che dovrebbe restare in campo per circa 75 minuti per poi lasciare spazio a El Shaarawy.