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IL ROMANISTA Dodò nella fossa dei grifoni

Dodo

(D. Giannini) – Prove di Roma sugli esterni. Mancano due giorni alle prova del nove, anche se sarebbe meglio dire quella del 3. La possibile terza vittoria di fila, quella che cambierebbe ulteriormente le prospettive di una squadra che alla vigilia della sfida con la Juve era fuori da tutto e con il morale che più in basso non si può. Ora, serve un’altra prova di maturità, per certi aspetti ancora maggiore di quella sul difficile campo di Bergamo e sotto la neve. Perché stavolta c’è la possibilità (l’ennesima) di rientrare in corsa per tutto o quasi. Andreazzoli non sta lasciando nulla al caso, e pur avendo già trovato la quadratura del cerchio non rinuncia agli esperimenti. Ieri, per il secondo giorno consecutivo è stato provato Dodò sulla fascia di sinistra in una delle due squadre durante la partitella.

Nell’altra formazione, sull’altra fascia, sulla destra, c’era Florenzi. Esperimenti, appunto, non indicazioni definitive sulla formazione anti-Genoa nella quale potrebbero esserci ancora Torosidis da una parte e Balzaretti dall’altra. Ma soprattutto il brasiliano potrebbe essere una piacevole sorpresa. Perché tutti, dai dirigenti allo staff tecnico, dai commentatori tecnici ai tifosi sono convinti che quel ragazzo riccioluto abbia la possibilità di diventare un grande giocatore. Uno predestinato a volare cui il destino ha per un po’ spezzato le ali. Quello visto finora in giallorosso non è riuscito a spiccare il volo, colpa dei contraccolpi fisici del terribile incidente al ginocchio di quando era ancora in Brasile.

Ginocchio che ora clinicamente sta bene ma che continua a provocare fastidi in altre zone non condedendogli di allenarsi al meglio. Ora però potrebbe cambiare tutto, magari aiutato da una Roma che è tornata a sorridere e da un modulo (ieri Andreazzoli si è fermato a parlare con lui) che lo potrebbe sollevare almeno in parte da compiti difensivi. Chissà, potrebbe essere lui l’arma in più della Roma di Primavera. Forse in parte già di quella di domenica sera che si presenta all’Olimpico ancora senza Castan e Destro, ma con Totti, Lamela e Osvaldo per diversi motivi ferocemente vogliosi di segnare e vincere.

Il capitano dopo il missile alla Juve e il riposo forzato della scorsa settimana ha già caricato il colpo per raggiungere Nordahl. Erik invece è reduce dalla partita così così sotto la neve che in parte lo giustifica e ha voglia di un gol ben più pesante di quello segnato a Marassi con la Samp nella prima di Andreazzoli. Un gol che potevano essere due se l’altro non glielo avessero annullato. E uno poteva e doveva essere quello di Osvaldo su rigore, calciato malissimo. Dani non segna dalla trasferta di Bologna un mese fa. E’ ora di interrompere il digiuno. Le prove generali le ha fatte ieri in partitella con una doppietta che è quanto meno di buon auspicio. Problema del gol che invece non ha Miralem Pjanic, a segno con quella parabola perfetta nella bufera. Monumentale il suo primo tempo con l’Atalanta. Anche senza De Rossi, Andreazzoli non lo ha tolto da quel ruolo che sembra calzargli a pennello. Stavolta Daniele ci sarà e a Miralem si chiede semplicemente (si fa per dire) di fare il bis

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