(D. Giannini) – C’era il sole quel giorno a Brescia. Che non è proprio una cosa scontata. A marzo poi… Ma non poteva essere altrimenti, non potevano esserci musi lunghi, il mondo doveva sorridere, quel giorno lì. La Roma vinse e anche quello non era scontato. Ma anche quello non poteva essere altrimenti, non poteva esserci tristezza per i romanisti, quel giorno lì. Quel giorno lì era domani, o meglio era domani due decenni fa. Era il 28 marzo del 1993, l’inizio di una nuova era, il giorno dell’esordio di Francesco Totti.
Si fa presto a dire 20 anni. Sì, riempie la bocca, si percepisce che è una cifra enorme. Ma se non li hai davanti a te, ognuno di questi 20 anni, forse non capisci pienamente cosa significa. In 20 anni il mondo è cambiato, è cambiata la storia, è cambiato tutto. Quel giorno, quel 28 marzo del 1993 a Los Angeles Al Pacino riceveva dalle mani di una elegantissima e giovanissima Jodie Foster l’Oscar come miglior attore per “Scent of a woman”, in italiano “Profumo di donna”. Un gran bel film, remake di quello di Dino Risi del 1974 che ricevette due nomination all’Oscar come migliore pellicola straniera e migliore sceneggiatura non originale nel 1976. Ovvero l’anno zero, quello della nascita dell’uomo che ha cambiato il calcio a Roma e che ha iniziato a farlo 16 anni e mezzo dopo, 20 anni fa domani. Venti anni di Roma, di gioie, dolori, sofferenze. Un altro film da Oscar. Una pellicola giallorossa che scorre.
E l’immagine rende al meglio se si prova ad andare sul sito asromaultras.org, un punto di riferimento per i tifosi romanisti: si digita sulla sezione di tutte le stagioni della nostra storia, si punta il mouse sul campionato 1992-93 e poi si scorre verso il basso. In pochi secondi c’è la Roma degli ultimi 20 anni e la sensazione di quanto Francesco abbia attraversato la storia, l’abbia scritta, l’abbia dominata. E non è finita qui. Anzi, il capitolo che sta scrivendo oggi è uno dei più belli di sempre. Ce ne saranno altri, forse anche uno lungo 8 anni che unirà Berlino 2006 con Brasile 2014. In tanti lo vorrebbero al Mondiale, non solo uomo simbolo del bello del calcio italiano, ma anche campione universale, il più forte di tutti anche oggi a 36 anni abbondanti.
Tra un anno si vedrà, lui deciderà se ritornare in azzurro, ma intantoPrandelli ha aperto la strada («se saremo qualificati per i Mondiali e Totti ad un mese dall’evento sarà in questo stato di forma, lo dovremo prendere in considerazione»). I senatori Buffon e Pirlo quella strada l’hanno spianata. E Balotelli dopo di loro. Come se non bastasse ieri il ct ci è tornato sopra prima della partita contro Malta. A chi gli ricordava la ricorrenza dell’esordio di Francesco, Prandelli ha risposto: «I suoi 20 anni di calcio sono contrassegnati da tanta classe, sono 20 anni di rispetto. Spero di vedere Francesco in queste condizione a lungo. Ora questi 20 anni passati sui campi non li dimostra proprio».
Rispetto e classe, quella di sempre. Quella che ora è tutta a disposizione della Roma di Andreazzoli che insegue l’Europa. Ieri sera, intervenendo alla nascita del Roma Club Tevere Remo (e con lui anche Lamela, Tachtsidis, Goicoechea e per la società Italo Zanzi, Claudio Fenucci, i consiglieri Mauro Baldissoni e Benedetta Navarra, e poi Tonino Tempestilli e il direttore commerciale Christoph Winterling), il tecnico giallorosso ha spiegato: «Totti in nazionale? Chiedete a Prandelli, stiamo parlando di una cosa tra un anno e mezzo, mi sembra prematuro. Io spero che lui possa migliorare ulteriormente». Poi sulla Roma: «Se mi preoccupa più la classifica o il mio futuro? La classifica. Il mio futuro è roseo. Ho tre anni di contratto, non è una novità. Obiettivi? Abbiamo messo un bel paletto, non lo togliamo». E sabato c’è l’opportunità di piantarne un altro, a Palermo. Quando saranno 20 anni e due giorni dall’esordio di Francesco Totti. E non finisce qui…