(V. Meta) – Fra leggenda e futuro. Doveva essere una notte di record, Roma-Genoa, e le attese non sono andate deluse, perché nel 3-1 che vale la terza vittoria consecutiva c’è davvero un po’ di tutto. C’è il gol numero 225 di Totti in A – eguagliata la seconda piazza di Nordahl – , c’è il gol numero uno di Romagnoli nel giorno dell’esordio dal primo minuto e c’è pure la firma degli altri due campioni del Mondo, Perrotta con una rete bellissima, De Rossi con il rigore procurato al Capitano. Con Marquinhos che non solo non recupera dall’infortunio rimediato in rifinitura, ma rischia pure di averne per un po’, Andreazzoli dà seguito alle intenzioni della vigilia schierando dal primo minuto Alessio Romagnoli, diciott’anni un mese e mezzo fa, all’esordio in Serie A dal primo minuto.
Il Genoa che Ballardini ha tirato fuori dalla palude di fondo classifica è un concentrato di ex più o meno recenti, tre in campo (Bovo, Bertolacci e Borriello) e uno in panchina (Ferronetti): il tecnico conferma l’attacco atipico con un centravanti e un incursore, capace di mettere in difficoltà diverse difese a tre, a cominciare da quella della Juve. Contro l’affollato centrocampo rossoblù, però, vince la classe di Pjanic e De Rossi: dal destro del bosniaco parte l’apertura che al 10’ pesca Torosidis sulla destra, cross in mezzo dove Osvaldo viene anticipato dall’uscita di Frey, non esattamente in bello stile ma efficace. Il laterale greco si fa vedere più dalla trequarti in su che in fase difensiva, ma al 12’ scatta in posizione regolare sul lancio profondi di Lamela, altro cross con il destro (stavolta di prima intenzione) e palla sul secondo palo, peccato non ci sia nessuno a raccogliere. La pressione romanista aumenta e al quarto d’ora è De Rossi ad andare via in dribbling a due avversari prima di entrare in area ed essere messo giù dall’amico Bovo: calcio di rigore e stavolta non ci sono discussioni perché sul dischetto non può che andare Totti. Destro a incrociare, Frey intuisce ma non ci arriva e per il Capitano fanno 225 gol in A, gli stessi di Nordahl. Lo speaker chiama il suo nome dieci volte, lui abbraccia lo stadio con un gesto che sembra una dedica collettiva. Da brividi. Come da brividi sono i venti minuti finali del primo tempo della Roma, sorta di gara al gol dell’ex. Ci prova per tre volte Bertolacci, prima di sinistro, poi di testa su assist di Borriello andato via in tunnel a Piris, quindi ancora da due passi alla fine di un batti e ribatti su calcio d’angolo, con Stekelnburg bravissimo a bloccare sulla linea. Ci prova Bovo in mezza girata al volo su uno dei sette corner battuti dal Genoa, poi Pjainc si fa male al ginocchio ed è costretto a lasciare il posto a Bradley, quindi ci riesce Borriello su calcio di rigore, procurato e trasformato (fallo di Burdisso, intervenuto in ritardo dopo che Piris era stato superato in velocità).
La Roma potrebbe comunque andare al riposo in vantaggio, se Lamela non chiudesse venti metri di contropiede servendo Balzaretti e questi non tentasse un improbabile pallonetto. Si ricomincia ancora dai cross di Torosidis, che all’8’ trova sul secondo palo Osvaldo, che peroò non trova l’impatto con la palla. Ma le meraviglie succedono ancora a ridosso del quarto d’ora: Lamela va via a due avversari e scarica un sinistro deviato in angolo da Bovo, il corner pesca sul secondo palo la testa di Romagnoli, che gira senza guardare e bagna la prima da titolare con il primo gol in A. Ballardini allora prova a ridisegnare la squadra passando al 3-4-1-2, con un secondo centravanti, Immobile, accanto a Borriello, ma l’occasione del gol ce l’ha ancora la Roma con Osvaldo, stop e destro sul palo lontano, palla di poco fuori. Al 26’ altra parata d’istinto di Stekelenburg, che respinge una girata di Bertolacci sul primo palo, ultimo tentativo del centrocampista, sostituito poco dopo. Cinque minuti più tardi il Genoa resta in dieci per il secondo giallo a Kucka, Andreazzoli butta dentro Perrotta per Osvaldo (e piovono fischi), ma i rossoblù sembrano aver finito la benzina e ne approfitta proprio Simone, che a 2’ dalla fine gira al volo sotto la traversa l’ennesimo cross di Torosidis. Totti non supera Nordahl, ma la Roma avvicina l’Europa e va benissimo così.