(D. Galli) – Quale è il tuo sogno più grande? Qual è il sogno più grande per «noi romanisti»? Quale domanda si può fare al principe dei romanisti per ottenere la risposta più logica? Questa, appunto. Quale è il tuo sogno più grande?, chiedono a Totti e a Francesco, quei due fuoriclasse che consentono all’As Roma di giocare sempre in dodici da vent’anni a questa parte. «È rigiocare la Champions, è un obiettivo che abbiamo un po’ tutti in comune, noi romanisti». Lui, noi.
Dimmi cos’è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo, anche se lui è lui e noi dei semplici, comuni, umanissimi, contemplatori dell’estetica tottiana. «Ma ora penso all’Europa League, per accedere alla Champions dovrebbe accadere un evento importante e fino alla fine…», puntualizza più tardi Francesco in un’intervista che concede al presidente del Coni, Giovanni Malagò, per il “Corriere dello Sport”. Due giorni dopo il sorpasso a Nordahl, a margine di un evento benefico che si tiene al Circolo Canottieri Aniene per il Bambin Gesù, desiderio di Coppe e di Campioni a parte il Capitano confessa che il pubblico encomio di Prandelli gli ha fatto «molto piacere», dice di non pensare per ora alla Nazionale, detta la sua ricetta per l’immortalità, ripete che il merito è della preparazione di Zeman, giustifica l’esultanza di Conte a Bologna («per me ha fatto bene, non lo ritengo un gesto troppo eclatante, si è rivolto verso i suoi tifosi, quando sta vincendo uno scudetto è doveroso festeggiare con i propri tifosi»), assegna il titolo alla Juve («lo ha già vinto») e spiega, soprattutto, di non avere ancora iniziato a parlare di rinnovo con la società.
A margine di un evento benefico che si è tenuto ieri al Circolo Canottieri Aniene, di cui è presidente il romanistissimo Malagò, Totti sintetizza in un paio di minuti il momento d’oro di uno splendido trentaseienne. Prandelli, innanzitutto. Il Ct gli ha spalancato le porte della Nazionale. «Se tra un anno sarà in queste condizioni, sarà impossibile non tenerlo in considerazione per i Mondiali». Totti non si sbilancia. «Le sue parole mi hanno fatto molto piacere. Se mi chiamasse? Non lo so, non lo so. Certo che in questo momento sto bene. Da qua a domani o al 2014 in Brasile, si vedrà».
Di fronte all’insistenza della stampa, che tenta di penetrare ulteriormente il suo pensiero, il Capitano se la cava allora con una battuta: «Se avrei la forza di dire no ai Mondiali? Può darsi anche che tra un anno smetto, che ne sai. Percentuali per la Nazionale a oggi? Zero». A oggi. Tra un anno, chissà.
Quanto all’intenzione di appendere gli scarpini al chiodo, per adesso non se ne parla. Per fortuna. Perché ha un obiettivo preciso. «Finché non supero Piola io non smetto», ricorda al “CorSport”. Non c’è un solo ingrediente per l’eterna giovinezza, per la luccicante brillantezza del campione, per la terza età del calciatore che pare invece la prima. «Cosa mi ha portato a questa condizione? Mantenersi in forma, essere professionista», dice Totti, «è normale che poi ci siano delle annate in cui vai meglio e annate in cui vai peggio. Però a 36 anni penso che nessuno si sarebbe aspettato di trovarmi in questo modo. Come ho detto l’altro giorno, è dovuto alla preparazione di mister Zeman. La dieta? Non è un problema di dieta, è il mantenersi. Normale che non si mangi più come una volta, quando avevo 20 anni, ma non penso che dipenda principalmente dalla dieta». È un fatto di genoma, è un predestinato del Dna. C’è chi può e chi non può. Lui può.
Sul rinnovo fa cronaca. «No, ancora non ne ho parlato con la società e non so quando lo farò. Quando mi chiameranno». Facciamo il punto. Non è stata avviata ancora una trattativa, ma accadrà presto. La società vuole trovare un accordo con Totti ben prima che inizi la prossima stagione, che sulla carta è l’ultima: l’attuale contratto scade a giugno 2014. Il presidente Pallotta lo ha detto più di una volta, l’offerta della società non è in discussione. «Spero che sia Totti a segnare il primo gol nel nuovo stadio». Considerato che se tutto va bene non se parla prima di tre o quattro anni, la frase di Pallotta vale una proposta di rinnovo sine die. Questo confuterebbe la tesi di chi ipotizza l’offerta di un contratto annuale, con ingaggio inferiore ai 5 milioni netti attuali ma con una parte variabile considerevole, in pratica dei gettoni legati alle presenze. L’impressione è che un’intesa con Totti possa essere trovata rapidamente, a patto di cominciare a lavorarci prima che inizi la prossima stagione. Poi andrà trovata anche quella con Francesco