(E.Menghi) – «È un giorno che difficilmente dimenticherò». Proprio come quel 28 marzo di vent’anni fa, il suo esordio in serie A. Francesco Totti è spontaneo come allora, emozionato come allora. L’aveva capito che a Trigoria lo aspettava una festa, ma forse non così. C’erano anche i fuochi d’artificio in pieno giorno, solo per lui. Il capitano è arrivato al Bernardini alle 8.30, i dipendenti si sono ritrovati dentro una stanza del centro sportivo per sistemare gli ultimi dettagli.
Non c’erano politici, ma persone care, come il papà Enzo, il fratello Riccardo con la nipotina Giulia, Bruno Conti, Baldini, Fenucci, Baldissoni, Zanzi e Sabatini. I compagni di squadra sono arrivati per ultimi, si sono disposti su due file e Totti, alle 10.35, è uscito dalla porta e ha trovato l’amore di tutti ad aspettarlo: dà il cinque agli amici e Burdisso organizza un «cappottone». Baldissoni si preoccupa un po’, ma lo dice a bassa voce: «Fate piano che ce serve». Vespasiani chiede a Francesco le sensazioni avute al debutto contro il Brescia: «Ero molto giovane, non pensavo a niente allora. Mi divertivo a giocare e questo ha fatto sì che io diventassi il giocatore che sono diventato».
Si diverte ancora Totti, proprio come un ventenne: «Ringrazio tutti, amici e non amici: oggi mi sento davvero un ventenne. Venti anni alle spalle? Io ne ho altri venti davanti. Oggi è un giorno bellissimo, me lo porterò dentro davvero a lungo. Mi sento ancora giovane. Sono grato a tutti, certe parole fanno sempre piacere. Cosa ho davanti non lo so, spero un futuro roseo: l’importante è rimanere come in questo momento. Sempre con la Roma? Scontato…». La certezza di una vita. «28 marzo 1993-28 marzo 2013: e non finisce qui… Il meglio deve ancora venire», si legge sullo striscione che compagni e dipendenti fanno quasi a gara per tenere, perché è il pensiero di tutti e il motto dello stesso Totti.
Dopo qualche foto con i tifosi possessori di As Roma Gold Memebership, il capitano si unisce alla squadra per l’allenamento, il penultimo della settimana prima della partenza per Palermo. Manca solo Marquinhos, che si concede una decina di minuti di differenziato in campo: la prossima settimana tornerà in gruppo, il derby lo aspetta. Balzaretti è tornato, l’influenza è passata, Destro e Pjanic si allenano regolarmente con i compagni, ma il bosniaco è costretto a fermarsi di nuovo durante la fase tattica: leggero affaticamento alla coscia destra. Non è a rischio per sabato, ma questo piccolo infortunio è più che un indizio del fatto che partirà dalla panchina. Piris ha svolto un lavoro di scarico in palestra e fisioterapia, dopo gli impegni con la nazionale paraguayana. Bradley è atterrato in tarda mattinata, nel pomeriggio riposerà e parteciperà alla rifinitura di domani mattina alle 10.30.
La giornata di Totti non è finita al triplice fischio di Andreazzoli, perché anche Sky ha voluto sentire la sua voce: «Sono momenti di grande soddisfazione, non per Totti ma per Francesco. Ogni tanto rivedi le immagini del gol dello scudetto? Le vedo spesso, perché sono poche. Spero ce ne possano essere altre, normale che in quel momento c’era Gigi che era mio amico e fui doppiamente contento. Sono momenti indimenticabili, che noi romanisti speriamo si possano ripetere. Se ci sarà spazio per un altro scudetto? Lo spero. Vediamo quanti anni farò di contratto e poi vedremo se avrò la possibilità di vincerlo. La società ha detto che vuole vincere il prima possibile, spero di poter far parte di quel gruppo. Normale che vincere due scudetti a Roma sarebbe un altro record». L’ennesimo. Ora pensa a superare Piola: «Se avessi iniziato prima da centravanti l’avrei già ripreso, lo dico onestamente». Intanto, c’è un finale di stagione da giocare, con qualche rammarico per come poteva andare vista la qualità della squadra: «Come organico siamo inferiori solo alla Juventus, presi singolarmente siamo anche più forti». Per i tifosi è lui il più forte di tutti: «Tutto il mondo ti ammira. Sempre devoti». Il presidente Pallotta lo conosce da poco, ma è orgoglioso: «Sono onorato di essere una piccola parte della sua storia nella Roma. Sono coinvolto nella Roma soltanto da 20 mesi, non posso immaginare cosa significhi esserlo per 20 anni. Grazie Francesco»