(A. Austini) – Un bluff. Lo sceicco Al Qaddumi non ha mantenuto le promesse e gli americani gli sbattono la porta in faccia dopo la firma del preliminare.
La Roma resta divisa tra Pallotta & soci (60%) e Unicredit (40%). Almeno fino alla prossima puntata. I 50 milioni promessi dallo sceicco che vive in una casa modesta e racconta di aver fatto pesino il barista non sono arrivati sul conto di Boston entro la scadenza fissata per ieri e in serata sul sito del club giallorosso è comparso il comunicato sullo stop definitivo alla trattativa. Qaddumi non ha mollato fino all’ultimo, racconta di aver discusso sulle deleghe con gli americani e sperava almeno in una proroga ma come si legge nella nota, sollecitata dalla Consob, ma non gli è stata concessa. «Con riferimento al contratto preliminare sottoscritto con lo sceicco Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi – scrive nel comunicato la società americana che controlla la Roma dall’alto – per il suo coinvolgimento, diretto o indiretto, con il gruppo azionario che detiene la quota di controllo di NEEP Roma Holding, e il termine ultimo del 14 marzo 2013 per il potenziale Partner per finanziare l’intero prezzo di acquisto del suo investimento, AS Roma SPV LLC, anche previa consultazione Consob, rende noto che il potenziale Partner non ha completato l’investimento[…]».
Una storia strana, tra il grottesco e l’inquietante, nata sotto traccia quasi un anno fa con Baldini (di ritorno oggi dagli Usa) prima esca dello sceicco attraverso i «buoni uffici» di Michele Padovano. La trattativa è stata poi gestita interamente dagli uomini di Pallotta: sono stati loro gli ultimi a dar credito a Qaddumi, mentre Unicredit non si è mai fidata e la Procura e la Consob, ai primi segnali negativi, hanno immediatamente acceso i rispettivi fari sull’operazione. Nelle ultime settimane lo scetticismo ha contagiato anche l’entourage italiano della Roma.[…]
Adesso si apre una nuova fase delicata, con responsabilità da accertare ed eventuali pene da scontare. Innanzitutto sarà lo sceicco a dover spiegare se la storia dell’eredità miliardaria sbloccata non è una favola. Ma non finisce qui. Come ha potuto la Roma fidarsi di un imprenditore sconosciuto ai più, introdotto da un personaggio coinvolto in una brutta (e nota) storia come Padovano? Chi ha condotto la trattativa fino a firmare un preliminare? Risposte che dovranno arrivare in primis alla Procura di Roma che indaga sull’ipotesi di aggiotaggio, anche se le oscillazioni del titolo, stavolta, sono limitate. […]
Si è salvato solo Pallotta e ora tocca a lui insieme a Unicredit trovare le risorse per alzare il tetto di un aumento di capitale necessario al rilancio della Roma. «Peccato ma il progetto va avanti – assicurano i soci americani a latere del comunicato sullo sceicco – l’esito dell’operazione non avrà alcun impatto sulla squadra. Come sempre, la proprietà resta impegnata al 100% a rafforzare il marchio della As Roma allo scopo di costruire una grande squadra per i tifosi. […]»