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IL TEMPO Totti infinito, la Roma vola

Francesco Totti

(T. Carmellini) – E tre! Terzo successo consecutivo per la Roma in una serata difficile, contro un ottimo Genoa, per battere il quale serve un mix di storia e futuro. Apre Tottiche scrive un’altra pagina della sua storia giallorossa, mette al sicuro il risultato un diciottenne all’esordio da titolare e chiude il discorso l’esperienza di Perrotta. Tre a uno, non bellissimo (a dimostrazione che si possono vincere le partite anche senza un calcio champagne a tutti i costi), ma che vale il settimo posto (scavalcato il Catania) e porta la Roma a cinque punti dal terzo posto: anche se lì davanti c’è davvero la calca del mare a Ferragosto

Andreazzoli cambia il minimo indispensabile: fiducia al giovane Romagnoli sulla sinistra al posto dell’infortunato Marquinhos e Balzarettivince il ballottaggio con Marquinho per il ruolo di esterno sinistro. Il resto è la Roma vista a Bergano con il ritorno degli squalificati Totti eDe Rossi. Ma si vede subito che sarà una serata complicata per la Roma forse anche un po’ distratta dalle voci sullo sceicco che vuole entrare in società. E i numeri dell’intervallo sono chiari: undici corner a zero per gli ospiti con cinque tiri in porta di Borriello & Co. contro uno solo dei giallorossi. In realtà la Roma spinge bene sulle fasce, soprattutto la destra sulla qualeTorosidis cresce col passare delle partite e mette dentro sempre palloni interessanti. Il problema è che lì in mezzo non c’è mai nessuno in grado di concretizzare e quando Osvaldo segue il gioco c’è l’ottimo Frey a fare la guardia.

La svolta arriva dopo un quarto d’ora quando De Rossi fa tutto da solo, prova a sfondare la compatta difesa di Ballardini e sbatte su Bovo: secondo Gervasoni è irregolare il fallo dell’ex romanista e indica deciso il dischetto. Dagli undici metri il capitano raggiunge Nordahl a quota 225 gol e viene festeggiato, giustamente, dall’Olimpico: il problema è che far festa a partita in corso non sempre porta bene. Così parte la rincorsa genoana che si concretizza, dopo l’infortunio di Pjanic (caviglia ko, sostituito da Bradley) e un paio di miracoli veri di Stekelenburg su Bertolacci (giovane talento in comproprietà con la Roma), sempre dal dischetto e ancora ad opera di un romanista: nemmeno a dirlo Borriello. Evidente il fallo di Burdisso in chiusura sull’ex compagno che poi castiga Stekelenburg e rimette in pari la gara.

Si riparte dopo l’intervallo con la Roma in avanti che vuole portar via l’intera posta e prova a cambiar marcia. Va meglio soprattutto quando Andreazzoli toglie Balzaretti e metteMarquinho. Così la Roma cresce col passare dei minuti e al 13’ arriva il gol della svolta che, per uno scherzo del destino, porta la firma del più giovane in campo: Romagnoli bagna il suo esordio da titolare con il primo gol in giallorosso. A diciotto anni, esattamente la metà del Capitano.

Sul 2-1 la partita è tutt’altro che finita, il Genoa ci crede fino in fondo e tiene sulla corda i giallorossi non risparmiando qualche legnata di troppo. La gara si incattivisce (giallo per Totti e Kucka con il secondo che lascia il campo per somma di ammonizioni), Stek si guadagna la palma del migliore (in tandem con Totti ovviamente), Gervasoni cacciaBallardini (inviperito con i suoi perché non fermano il gioco con Osvaldo a terra) e Andreazzoli copre la Roma: difesa a quattro con Torosidis che scorre indietro. Qualche minuto dopo arriva anche il cambio conservativo: dentro Perrotta per un Osvaldofischiato dall’Olimpico. L’oriundo non prende bene nessuno dei due.

Finita? Macché. C’è ancora il tempo per il gran gol di Perrotta del 3-1 finale che premia la scelta del tecnico e la costanza di un professionista che si fa sempre trovare pronto. Ultimo abbraccio, sempre per Totti: stavolta è speciale, perché dopo il triplo fischio di Gervasoni piombano in campo Cristian e Chanel con tanto di maglia «sei forte papà». È festa, di tutti, con la Roma che va sotto la Sud a raccogliere il meritato plauso per questo terzo successo consecutivo che la rimette al mondo: in tutti i sensi.

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