(F. Ferrazza) – D’altra parte Andreazzoli alla vigilia si era mostrato piuttosto preoccupato, quasi avesse la sensazione che la squadra rischiasse di non starci troppo con la testa. E infatti Palermo — Roma si trasforma nell’ennesima occasione mancata, a otto giorni dal derby, per una sconfitta (2-0) che brucia da morire. «C’è stato un passo indietro — l’analisi del tecnico — una squadra di livello non può essere così poco equilibrata, cosa che invece ci aveva contraddistinto fino ad oggi. Ma non abbiamo sottovalutato la gara. Il Palermo non ha sbagliato niente, ma noi non meritavamo il 2-0 perché abbiamo creato almeno cinque palle importanti da mettere dentro e non ci siamo riusciti». A questo punto è davvero inutile parlare di terzo posto. «Noi non l’abbiamo mai considerato — ammette Andreazzoli — pensiamo solo a domenica dopo domenica, purtroppo oggi non c’è riuscito, per demerito nostro e merito del Palermo. Rifarei questa formazione, certo, è la stessa schierata contro il Parma, a esclusione de Marquinhos».
LA REPUBBLICA Andreazzoli: “Un passo indietro ma ci rifaremo con il derby”
Adesso la difficile settimana pre-derby con la Lazio a più tre in classifica. «Sarebbe stato meglio arrivarci con una vittoria, ma non vediamo l’ora di poterci rifare. È una sconfitta che va messa subito alle spalle e l’unico modo per riuscirci sarebbe vincere il derby». La squadra resterà in silenzio stampa per tutta la settimana («Pensiamo solo a lavorare seriamente»), con Andreazzoli che riparlerà domenica. Contro la Lazio non ci saranno Piris e Osvaldo, squalificati. L’attaccante argentino, sempre più nervoso e fuori contesto, prima della partita aveva dichiarato allo spagnolo “Marca” che «Il sogno di ogni calciatore è giocare in squadre del calibro del Real Madrid, ma prima di pensarci dovrò giocare tanto e bene con questa maglia, con la quale voglio vincere». Analizza la sconfitta di ieri, Baldini. «Siamo stati imprecisi e il Palermo ci è stato superiore come rabbia. E quando abbiamo provato a metterci lo stesso tipo di voglia, era un po’ tardi».