(M. Pinci) – Niente soldi, niente accordo. Non sono ancora le 22 quando la cruda realtà dei fatti cala il sipario sulla grottesca trattativa tra la Roma e lo “sceicco” umbro: «AS Roma SPV LLC informa che il partner potenziale non ha consumato l’investimento, non c’è accordo sulla richiesta di prorogare il termine per la chiusura della transazione e l’accordo preliminare con il potenziale partner deve essere considerato risolto». Così il club giallorosso annuncia la rottura della trattativa con Adnan Adel Aref Qaddumi.
Unicredit che aveva mostrato fin dalla primissima ora un giustificato scetticismo potrà mostrare fiera le proprie ragioni a Pallotta&friends, che magari dovranno anche rispondere della gestione almeno azzardata di un affare risoltosi in una bolla di sapone. I segnali in questo senso in fondo erano parsi immediatamente chiari, nonostante si parlasse di patrimoni da 2 miliardi di dollari: la vivisezione della vita privata di Qaddumi, che tanto lo aveva innervosito, dipingeva il quadro di uno sceicco più a parole che nei fatti. Eppure Pallotta e i manager del suo Raptor Group non solo avevano intavolato un discorso con lui per mesi, ma erano arrivati a siglare — la firma era quella del Chief Financial Officer del gruppo Needham — un accordo preliminare vincolato al versamento entro il 14 marzo di 50 milioni. Condizione evidentemente che l’imprenditore di origine palestinese, non è riuscito a soddisfare.
E anche l’estremo tentativo di prendere tempo è naufragato nel rifiuto a concedere proroghe da parte di una società che forse ha capito troppo tardi quanto firmando il primo accordo avesse fatto un passo più lungo della gamba. Per Qaddumi, invece, l’esito è lo stesso della trattativa per Acquamarcia, saltata dopo la firma di un preliminare: un copione ripetuto quasi alla lettera con la squadra di Trigoria, affascinata da promesse eccessive per un imprenditore coinvolto in tanti flop da perderne il conto anche al registro delle imprese. Ora la palla passa alla procura, che ha già aperto un fascicolo per verificare eventuali reati finanziari, indagando (sembra) Qaddumi per aggiotaggio. E anche la Consob, che già da tempo ha drizzato le antenne, tenterà di capire l’origine dei movimenti sul flottante (a dire il vero decisamente esiguo) del titolo Roma in Borsa. Ma questa è già un’altra storia.