(M. Pinci) – La Roma vince due volte, Andreazzoli batte il Parma 2-0 e due traverse a tre. Ma il luna park Olimpico al migliore nel tiro al bersaglio non regala orsacchiotti o pesci rossi, piuttosto tre punti che valgonol’aggancio a Inter e Lazio al quinto posto che consentirebbe di meritare a fine stagione un posticino in Europa, seppure quella di serie B.
Il copione in fondo era già scritto alla vigilia: perché nelle ultime 15 sfide romane i giallorossi ne avevano vinte 12 pareggiandone 3, confinando nel paleolitico della stagione ’96’97 l’ultima vittoria ospite. E perché ancora una volta la firma è quella di Francesco Totti, che oltre a superare Nordahl al secondo posto della classifica marcatori all time della serie A (quota 226) aggiorna conti con i propri avversari: sigillo 17 ai gialloblù, il suo bersaglio preferito, e ottavo contro il Donadoni allenatore che con una doppietta aveva contribuito a esonerare ai tempi del Napoli. Ma se il suo 2-0 su punizione diretta chiude una gara sin lì incerta, il capitano romanista contribuisce in maniera determinante al successo anche nella sfida a chi coglie più legni, attentando alla stabilità di traversa e palo con un terra-aria su cui Mirante benedice i montanti.
Che non fosse serata il portiere deve averlo capito in fretta: dopo sette minuti appena vede avventarsi Florenzi e Lamela su un pallone calciato forte da De Rossi. Sembra fuorigioco, anzi no perché Paletta fuori dal campo netta la posizione dei suoi avversari. Facile far gol, più complicato capire per speaker e tifosi chi abbia toccato per ultimo. Vince Lamela che nonostante la scelta dell’allenatore di mandarlo a giocare più vicino al guardalinee che alla porta avversaria — laterale destro di un centrocampo a sei con Perrotta e Florenzi uomini di lotta e di governo — può scrivere “dodici” alla voce gol fatti: che Osvaldo sia in panchina, ormai non se ne accorge più nessuno. E proprio Perrotta avrebbe al quarto d’ora la palla del match, inaugurando invece a porta vuota il festival delle traverse.
Il Parma non c’è fino alla metà della ripresa, quando Amauri sciupa a porta vuota un regalo di Stekelenburg tornato brutto anatroccolo, e quando Paletta accorcia il conto dei legni stampandoci su un corner di Valdes. Poi, solo Totti: lo stesso Valdes lo ferma con le brutte e Russo lo grazia, Mirante a fermarlo non riesce proprio e lui può mettere il pollice in bocca per l’undicesima volta in stagione. Consentendo ad Andeazzoli, 13 punti in 6 gare, di marciare al ritmo della Juventus. Così anche un Baldini più musone del solito («Al Qaddumi non l’ho presentato io») smetterà di pensare alla figuraccia dello sceicco.