Sabato la Roma troverà sulla propria strada il Palermo, protagonista di una stagione decisamente travagliata ed ormai indirizzata verso una retrocessione quasi inevitabile, guidato da Giuseppe Sannino, primo ed ultimo tecnico stagionale scelto dal vulcanico presidente Zamparini.
Sannino, infatti, dopo la brillante esperienza dello scorso anno, vissuta sulla panchina del Siena, aveva optato con decisione per l’esperienza in rosanero, rinunciando al secondo anno di contratto con i toscani. Anche con il Palermo firma un contratto biennale, evidentemente convinto delle buone intenzioni del nuovo presidente nell’intraprendere un percorso fatto di bel gioco e valorizzazione dei giovani, ma il primo capitolo di questa sua avventura termina il 16 settembre, dopo un pareggio e due sconfitte ottenuti in campionato.
Il 12 marzo, però, dopo mesi di inattività, passati a rilasciare interviste come opinionista – durante le quali ha sempre difeso la sua scelta e parlato spesso del suo pupillo Mattia Destro che tardava ad esplodere in giallorosso – il suo telefono è tornato a squillare: era di nuovo Zamparini, che dopo aver chiamato e cacciato Gasperini e Malesani, poi di nuovo Gasperini, era stato convinto da Perinetti a richiamare il bravo tecnico ex Siena e Varese. Il tecnico di Ottaviano, probabilmente, è stato richiamato più per lavorare in vista della prossima stagione che per tentare la disperata impresa di salvare una squadra allo sbando, senza idee e demoralizzata.
Sannino, vincitore della panchina d’argento nel 2011, quando si era distinto grazie al suo Varese – fermato nella corsa promozione solo dalla Sampdoria-, è definito da molti come un seguace sacchiano, amante del 4-4-2. Nel suo gioco sono fondamentali i giocatori di fascia: sia i terzini che gli esterni di centrocampo devono accompagnare la manovra, per rifornire di cross gli attaccanti. I due centrali di centrocampo, invece, rimangono bloccati, per proteggere la fase difensiva; altrettanto importanti erano, lo scorso, anno a Siena i lanci di Vergassola per Destro, attaccante che si esaltava negli schemi dell’attuale tecnico rosanero, capace sia di attaccare la profondità che di far sentire la propria presenza in area di rigore.
L’attuale rosa palermitana non sembra soddisfare le richieste minime del tecnico: mancano terzini di corsa, basti pensare che a sinistra gioca il lento Santiago Garcia, ed a destra Morganella, eterna promessa del calcio svizzero, entrambi ex Novara. Manca anche una vera e propria punta di peso, a cui ora cerca di ovviare con l’avanzamento di Ilicic, ancora lontano parente del giocatore che si era messo in mostra due anni or sono.
A cura di Luca Fatiga