(F. Maccheroni) – Non ha vinto il Pallone d’Oro. Non ha ancora raggiunto Piola nei marcatori di tutti i tempi. Non ha vinto la Champions. È soltanto Francesco Totti, vent’anni di calcio a Roma, 226 gol e magliette vendute in tutto il mondo. È stato campione d’Italia prima che gli spezzassero la caviglia e del Mondo pochi mesi dopo. Anche la sua leggenda è spezzata in due: è l’eroe che avrebbe potuto vincere tutto ma ha preferito giurare fedeltà a casa sua, Roma; e chi non ha vinto niente, ché pure quel Mondiale lo ha visto di sfuggita. Totti spacca. Ma sa anche ricucire.
Perché su una cosa non c’è dubbio: di campioni così a Roma non ce ne sono stati. Giordano? Forse merita il paragone, ma ammainò la bandiera della Lazio. Totti no. Totti è la bacheca della Roma. Forse nel mondo, caso unico, è più celebrato della squadra in cui gioca. Se guardiamo l’almanacco, alla voce Roma c’è poco da guardare, a parte Il Capitano. Più grande di Rivera e Baggio? Se ne può parlare. La Roma, a Roma, non si discute, si ama. Totti si ama e si discute. Se ne discuterà da qui all’eternità.