Il portiere del Palermo Stefano Sorrentino ha parlato della sfida tra i rosanero e la Roma in programma sabato alle 15:“Totti? Purtroppo per noi lo dovremo incontrare tra 48 ore, attualmente, anche per condizione fisica, è il calciatore italiano più forte al mondo. Passano gli anni ma, nonostante un paio di infortuni davvero brutti, è sempre un campione, e questo fa capire lo spessore dell’uomo, che fa la differenza. E’ unico e non vedo un suo erede: personalmente nutro una stima grandissima nei suoi confronti, non riesco a trovargli un difetto. Ha tutto: corsa, usa i piedi meglio di come parecchi di noi usano le mani, ha fantasia e genio, ed una grande umiltà dentro e fuori del campo. Calcia bene di destro e di sinistro, è imprevedibile e furbo, se stai fuori dai pali fa il cucchiaio, sennò tira in un altro modo. Mi ha fatto gol solo l’anno scorso: ho rosicato ma fa parte del gioco”.
Sugli accostamenti passati alla Roma
“Anni fa ci fu una proposta della Roma ed il Chievo rifiutò, era la stagione (il 2009, ndr) in cui Doni si fece male al ginocchio. Mi chiesero in prestito, il Chievo invece voleva la cessione a titolo definitivo: ci fu qualche giorno di trattativa, poi non si fece più nulla”.
Sul rapporto col Chievo Verona
“Due anni fa chiesi di andar via, parlai con Campedelli e Sartori ma sono sempre arrivate richieste che non soddisfacevano la società. Mentalmente ero arrivato al limite: mi avvicinavo alla scadenza del contratto, avevo voglia di cambiare aria e bisogno di nuovi stimoli. Per questo abbiamo deciso di separarci: ci siamo lasciati in modo non bellissimo, ma e’ stata la conseguenza del fatto che ormai non ce n’era più…”.
Sulla sua esperienza a Palermo e la salvezza
“Svolgo un ruolo particolare, in campo metto me stesso. Da dietro vedo meglio le cose e cerco di spronare la squadra per cercare di sbagliare il meno possibile. I tifosi si sono affezionati a me forse per il corteggiamento ultimi due anni e perché ho voluto venire a Palermo: la cosa mi rende felice e non mi fa pentire della scelta fatta. Se malauguratamente dovessimo andare in B, nel momento in cui verrei riscattato parlerei con la società e tirerei le somme. Un campionato cadetto da protagonista non mi dispiacerebbe. La stagione può ancora cambiare, magari già sabato, quando incontreremo una grandissima squadra. Con quelle del nostro livello abbiamo perso o pareggiato, magari contro chi fa la partita possiamo sbloccarci. Il nostro è un problema mentale, abbiamo avuto il braccino del tennista, perdendo diverse partite all’ultimo minuto. Con una vittoria, a poche giornate dalla fine, ci ritroveremmo a tre punti dalla salvezza: finché la matematica me lo permetterà, cercherò di spronare i miei compagni”.
Sul ritorno di Sannino
“Ho cambiato più allenatori negli ultimi due mesi che in cinque anni a Verona. Zamparini cerca di dare una scossa alla squadra ma così, alla lunga, si fa un po’ di confusione. Ho conosciuto questo Sannino e non quello iniziale, è molto carico e la squadra lo ha accolto meglio rispetto all’avvio del campionato. Bisogna unirci e attaccarci a lui per ottenere la salvezza”.
Su Miccoli
“Ha avuto parecchi problemi fisici, non si è allenato con continuità, poi qualche tecnico non lo vedeva titolare e così non hs giocato tantissimo. E’ il nostro capitano, un punto di riferimento, in campo dobbiamo aggrapparci a lui: se la Roma ha Totti, il Palermo ha Miccoli. Mi auguro che sabato giochi e mi faccia vincere la partita”.
Su Palermo-Roma
“La Roma, come il suo capitano, sta vivendo un bel momento di forma, con Andreazzoli sono arrivate vittorie e partite di livello. Perrotta, poi, che sembrava caduto nel dimenticatoio, ora è ritornato importante. La Roma è giovane ma con tanti punti di riferimento, un mix giusto, una squadra quadrata e sempre imprevedibile. In questo momento per noi è davvero un brutto cliente”.
Fonte: Radio Radio