Pallone sotto al braccio e valigia a portata di mano. È l’identikit di Pablo Daniel Osvaldo, attaccante giramondo incapace di fermarsi per più di due stagioni nella stessa squadra. L’italoargentino, irrequieto per natura, nonostante la tripletta rifilata al Siena sembra ormai giunto al capolinea anche con la Roma.
A fine stagione, dopo il derby di Coppa Italia contro la Lazio, la società giallorossa tirerà le somme di un rapporto non facile e ascolterà le offerte che arriveranno a Trigoria. In prima fila per assicurarsi i gol di Osvaldo ci sono già Napoli (intenzionata ad affidargli la maglia di Cavani), Tottenham (Londra è città assai gradita all’attaccante) e Anzhi (i russi offrono tanti soldi ma poco appeal). Difficile invece un suo ritorno alla Fiorentina dopo l’addio consumato nel gennaio 2009 con 21 presenze e 5 reti realizzate in un campionato e mezzo. Di sicuro, ma a fine carriera, Osvaldo potrebbe tornare in Argentina e più precisamente all’Huracan, squadra da cui lo prelevò l’Atalanta nel 2005, per poi girarlo al Lecce di Zeman. Col boemo le strade si sono incrociate nuovamente quest’anno nella Capitale ma, a differenza del passato, il rapporto non è decollato. Anzi, l’attaccante è stato accusato di scarso impegno dal tecnico e poi è finito nel mirino della tifoseria per colpa di prestazioni sottotono e comportamenti poco professionali (come il viaggio a Londra in occasione del derby che non avrebbe giocato perchè squalificato). Eppure, la stagione in corso è in assoluto la migliore per Osvaldo.
Mai in carriera aveva realizzato 15 reti in campionato (nella Liga, con l’Espanyol, si fermò a 13), e quella col Siena è stata la sua prima tripletta in assoluto (festeggiata oggi assieme alla fidanzata con un pranzo a Santa Severa in riva al mare). Il secondo gol ai toscani, poi, ha permesso all’italoargentino di entrare anche nella storia giallorossa visto che rappresenta la rete numero 4000 della Roma. Nonostante questo,l’apporto di Osvaldo è stato meno determinante di quello offerto da Denis e Pazzini, anche loro autori di 15 reti con Atalanta e Milan: il primo ha infatti portato ben 12 punti alla classifica della squadra di Colantuono, mentre il secondo ne ha portati 8, giocando però 563 minuti in meno rispetto a Osvaldo, i cui gol hanno fruttato ai giallorossi appena 6 punti.
Fonte: ansa