Un futuro che è già passato. Alessio Cerciche poteva essere e non è stato, con tanti punti interrogativi e qualche rimpianto. Un presente che è già futuro, Erik Lamela che studia da campione e intanto fa tanti gol (e qualcuno se lo mangia anche) in maglia giallorossa. Così uguali ma con qualcosa di strettamente personale in valigia. Il sinistro sublime che non perdona, il dribbling a rientrare, con la stessa finta, il tiro a giro, la fascia destra.
CERCI
La “sua” Roma non lo ha aspettato. Con Ventura la definitiva maturazione
Forse non gli ha giovato quel nomignolo impegnativo: il Thierry Henry di valmontone. Alessio Cerci scherzava gli avversari nella primavera giallorossa: volava sulla sinistra e metteva mille palloni. Oppure andava direttamente al tiro e al gol. Un predestinato. Poi, al momenti di spiccare il volo importante, quello verso una maglia da titolare in giallorosso, qualcosa si è inceppato nel meccanismo della costruzione di un campione. Come spesso succede ai ragazzi di Roma cresciuti a Trigoria, salvo rare eccezioni (tipo Totti) c’è un momento di smarrimento. Qualche infortunio di troppo, spazi pochi per emergere e la sensazione di un talento che rischia di perdersi. Cerci non ha fatto eccezione. Brescia, Pisa, Atalanta. Prestiti comproprietà, poi il ritorno a Roma, 22 anni, l’età giusta per esplodere definitivamente. E invece… Claudio Ranieri gli dà subito fiducia, poi però gli preferisce altri attaccanti. Cerci finisce un po’ ai margini, segnalandosi soprattutto in Europa League (doppietta al Cska).(…)
LAMELA
Sta crescendo e adesso segna con continuità. E’ il futuro della Roma
Chissà se Erik Lamela consoce la storia di Cerci. Soprattutto se è consapevole di giocare, più o meno con le stesse caratteristiche, nel ruolo che poteva essere di Alessio e che Alessio sognava di interpretare a lungo in giallorosso. Il destino ha voluto diversamente e adesso è lui, il “Coco”, nato a migliaia di chilometri di distanza, a dispetto di un cognome di origini chiaramente italiane, a vestire la maglia della Roma e a far sobbalzare il cuore dei tifosi quando parte palla al piede, da destra verso il centro col suo sinistro felpato.
Lamela è più giovane e più potente di Cerci. Segna tanto, ma tanto deve ancora imparare per dare ragione a Sabatini ed ai suoi estimatori: dimostrare cioè di essere un campione vero, che sta per sbocciare, che ormai ci siamo…
Fonte: Corriere Dello Sport