Ecco di seguito riportate le dichiarazioni del mister Andreazzoli in conferenza stampa, al termine della sfida vinta contro il Siena:
La partita di oggi?
“Nelle ultime tre trasferte il Siena aveva fatto 7 punti: è una squadra rapidissima, guidata molto bene e si vede in tutte le fasi di gioco che ha un’idea di calcio chiarissima. Ed ha calciatori fastidiosi, molto bravi tecnicamente, rapidi. Temevo molto questa partita, molto, anche in virtù del fatto forse che uscivamo da una partita pessima. Abbiamo lavorato molto per migliorare cosa non ci e vi era piaciuto la scorsa settimana e credo ci siamo riusciti. Ora dobbiamo ridarci quella continuità che a volte, molto raramente, si è vista da quando guido la squadra”.
Perché Totti sostituito quando Florenzi era diffidato e Osvaldo aveva i crampi?
“A Osvaldo sono venuti dopo, anche Lamela era diffidato e ho fatto una scelta. Francesco non doveva giocare oggi, è stato male stamani ma ha preso medicinali e si è messo a disposizione. Ha giocato col mal di testa e fastidi allo stomaco, potevo toglierlo anche prima, ma speravo facesse gol per dargli soddisfazione”.
Come si è arrivati al 4-2-3-1?
“Ne abbiamo cambiati diversi di sistemi, lo avevamo già proposto a partita in corso. La squadra ne può giocare di diversi, oggi ci siamo spesi bene, abbiamo forzato qualcosina anche con Florenzi, avevamo la catena di sinistra quasi completamente out. Penso a Dodò e Marquinho, che sono infortunati. Fra l’altro Florenzi è stato bravissimo, molto bravo veramente in tutte e due le fasi, di possesso e non. Può essere un sistema riproponibile senz’altro, dipende molto dai calciatori che hai a disposizione, da come stanno. Abbiamo dovuto forzare con Pjanic, non lo avrei voluto ma Daniele ha avuto quel problema e non ho potuto far fare a Pjanic solo una trentina di minuti come volevo. Abbiamo diversi problemini, calciatori che non sono nella condizione ideale per garantire le prestazioni di cui sono capaci”.
Vista la prestazione di oggi quanto aumentano i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato?
“Molti, tant’è che non riesco a godere completamente nemmeno di questo risultato perché c’è l’amarezza per l’occasione persa domenica scorsa. Ma chi fa sport sa benissimo che due partite in casa, anche se considerate facili, lasciano sempre qualche insidia. 4 punti non sono male, 6 potevano essere molto meglio. Però oggi abbiamo ridato una sistematina alla nostra media punti, parlo del periodo della mia conduzione, che ci vede a 21 punti in 11 gare, che credo proprio non sia roba da buttare al secchio”.
Cosa manca alla Roma realmente per diventare quella che lei cerca di costruire?
“Ho già risposto a questa domanda in questi giorni, tu sei colpevolmente assente alle mie conferenze stampa e non le ascolti nemmeno, lo abbiamo detti anche ieri (sorride). Quando fai un passo radicale verso qualcosa è evidente che non puoi sperare di avere tutto in maniera compiuta, non c’è un motivo preciso, almeno per quanto io posso capire, su cui intervenire per ovviare al problema, che è un problema e lo dicono i numeri. E’ una cosa che si ripete, è successa e risuccessa ed è un problema. Però per rendere compiuta una squadra non ci sono solo l’aspetto tecnico, tattico, fisico, caratteriale, di gioventù eccetera, ma c’è un insieme di cose e per questo rimane difficile capire perché. Rimane difficile anche andare a cercare di toccare un punto preciso per poi constatare di aver risolto la questione. Se fosse così semplice altri l’avrebbero risolta prima di me. Io ieri ho detto… Non me lo ricordo più! (sorride). Insomma, comunque è difficile individuare il punto, non c’è una cosa soltanto, un’idea ce l’abbiamo naturalmente, non è che stiamo qui a girarci le dita, sappiamo cosa può essere e la società andrà a cercare di sistemare le cose nel tempo, assieme a altre, molte altre, che ha già sistemato”.
Se fossi partito da inizio stagione?
“Io sono convinto che posso fare bene, perché credo nelle mie convinzioni, nella mia capacità di fare il mestiere. Detto questo noi non aggiungiamo altro, cerchiamo prima di fare tutto il possibile per esprimerci al meglio fino alla fine e aspettiamo gli eventi. Noi, tutti quanti: io, la squadra, voi che siete così curiosi sul mio futuro. Io lo so benissimo quale sarà il mio futuro e non me ne preoccupo, non vedo perché dobbiate preoccuparvene voi. Dovete preoccuparvi del futuro della squadra”.
I fischi ad Osvaldo a fine partita?
“Alla fine ho visto quello che auspicavo succedesse, che la gente lo sostenesse e lo applaudisse, se c’è qualcuno che lo ha anche fischiato all’inizio. Diciamo molto onestamente che qualche fischio se lo è anche meritato, ma il pubblico poi fa il proprio dovere, sostiene i propri colori e per farlo sostiene anche i giocatori. Questo connubio ha dato la possibilità alla squadra e a Osvaldo di risultare vincitori e dobbiamo essere molto soddisfatti, io lo sono: abbiamo un calciatore più sereno, un ambiente più sereno. Su queste energie positive nascono energie ancora più positive, che spero durino a lungo”.