(G. Piacentini) – Quarantacinque giorni e otto partite, nove se sarà raggiunta la finale di Coppa Italia, per decidere il futuro di molti dentro la Roma. Non tutti, infatti, sono sicuri di esserci il prossimo anno, a partire dai due «comandanti» di Trigoria, Baldini e Sabatini, nonostante le ripetute difese d’ufficio da parte del presidente Pallotta. Il d.g. ha detto più volte di essere pronto a prendersi le proprie responsabilità. Se la stagione finisse oggi la Roma sarebbe di nuovo fuori dall’Europa, e non si potrebbe usare una parola diversa da fallimento. Inutile sottolineare il peso che avranno le prossime gare: arrivare in Europa o vincere la Coppa Italia, insomma, farebbe tutta la differenza del mondo nella valutazione del dirigente italiano più alto in grado della Roma americana.
Nonostante il contratto in scadenza a fine stagione, è più solida la posizione di Walter Sabatini, che ha ricevuto rassicurazioni dal presidente stesso e che può appuntarsi sul petto medaglie – Lamela, Pjanic, Marquinhos, Destro – che valorizzano il suo lavoro. La firma sul rinnovo, però, non è ancora arrivata e nel calcio, si sa, la parola è importante ma contano di più i contratti.
Chi il contratto ce l’ha, e pure lungo, è Aurelio Andreazzoli, che però ancora non sa se il prossimo anno sarà il primo allenatore o tornerà nelle retrovie. Ipotesi, la seconda, che lui stesso non ha mai escluso nonostante la speranza di essere confermato sia legittima: con lui in panchina la squadra viaggia a 1.75 punti a partita, una media Champions. Raggiungere il terzo posto significherebbe guadagnarsi la conferma, ma a questo punto della stagione servirebbe un vero e propriomiracolo, e nemmeno la conquista della Coppa Italia dovrebbe cambiare un futuro che sembra scritto. Tutto da scrivere, invece, quello di molti calciatori.
Pochi i punti fermi per il prossimo anno: Lamela, Pjanic e Marquinhos (a meno di offerte indecenti), Florenzi, Destro, Castan, forse Torosidis e naturalmente Totti. Tutti gli altri, permotivi differenti, sono in bilico: alcuni, De Rossi, Osvaldo e Stekelenburg su tutti, devono decidere se rimanere o cambiare aria. Altri (Balzaretti, Dodò, Piris, Bradley, Marquinho) devono dimostrare di essere «da Roma».