(S.Cieri/A.Pugliese) – Chi di ciuccio ferisce, di ciuccio perisce. Lo pensano all’inizio i laziali, quando Hernanes sblocca il derby ed esulta facendo il gesto del ciuccio in bocca, per dedicare il gol a Maximo, il terzogenito, nato a gennaio. Ma poi alla fine lo pensano i romanisti, visto che a siglare l’1-1 finale è chi di quel gesto ha fatto una sorta di marchio di fabbrica, Francesco Totti. Il Profeta e il capitano: sono loro i due protagonisti del derby.
Il Profeta fa e disfa Il brasiliano ha fatto tutto, nel bene e nel male.Ha segnato un gol straordinario, ha esibito giocate sontuose, ma poi ha fallito la palla del 2-0 da quel dischetto che finora era stato amico. Nei derby (3 gol su 3 dal dischetto nelle precedenti sei stracittadine) e in campionato (6 su 6 fino a ieri). Da quando è alla Lazio aveva sbagliato un solo penalty, Hernanes. Contro il Maribor, in Europa League. Ma allora (ottobre 2012) fu un peccato veniale, la Lazio vinceva 1-0 e il risultato non cambiò. Stavolta il suo è stato un errore pesante perché, se trasformato, quel rigore avrebbe chiuso la gara. Ma l’errore più grave doveva ancora arrivare. Si è verificato qualche minuto più tardi, sempre in area, ma quella laziale. Nella insolita veste di difensore il Profeta non è riuscito ad evitare il contatto con Pjanic: rigore ed addio sogni di gloria per la Lazio.
Totti E pensare che Da Costa e Delvecchio erano sfilati sotto la Sud prima del via, quasi come se lo sentissero che per Totti fosse giunto il momento di tagliare anche un altro traguardo. «Questo è il record più bello di tutti», ha detto il capitano della Roma subito dopo il 9˚ gol in un derby (non segnava dal 13 marzo 2011), che gli ha permesso di agganciare in testa alla classifica dei goleador giallorossi proprio Da Costa e Delvecchio. «E’ il record a cui tenevo più di tutti. Era un mio desiderio, visto che dicono che nel derby non sono decisivo. Ho ancora la possibilità di fare meglio, anche se al gol avrei preferito i 3 punti». Già, ma un’altra sconfitta sarebbe stata terribile. «L’importante era non perdere. L’artefice della gara è stato Marchetti, ha fatto due grandissime parate. Noi abbiamo buttato via il primo tempo, non siamo entrati in partita, mentre loro erano ben messi e ci hanno creato difficoltà». Poi la partita è girata su un altro rigore, quello sbagliato da Hernanes. «Lì è cambiato tutto, siamo diventati più cattivi e vogliosi, giocando con un altro spirito e un’altra mentalità». Quella che servirà già da Torino. «Dobbiamo cambiare marcia, se vogliamo l’Europa League. E poi c’è una finale di Coppa Italia da raggiungere…». Totti vuole metterci la firma. Intanto, ha praticamente messo quella sul nuovo contratto, dopo il pranzo con Pallotta. «Ho pagato io, ma lui c’ha rimesso», dice ridendo. Sarà.