(C. Zucchelli) – Un mese o poco più da vivere tutti d’un fiato. Almeno per lui, Daniele De Rossi, diviso a metà tra il professionista che dice «dobbiamo pensare al Pescara e al campionato», e il tifoso, che invece conta settimane, giorni, ore e minuti che lo separano dal derby e sussurra: «In finale avrei preferito un avversario più forte della Lazio». Una partita che per lui, dopo 9 mesi travagliati, può rappresentare una vera rinascita. Entusiasmo a Fiumicino Nelle ultime settimane perDe Rossi qualcosa sta cambiando. Messo in discussione da Zeman, è per Andreazzoli un punto fermo. Non è ancora quel giocatore che piaceva a mezza Europa (anche se mezza Europa lo prenderebbe ancora) ma migliora di partita in partita. E i tifosi lo riconoscono: mercoledì la squadra è rientrata da Milano a notte fonda, ad aspettare i giocatori all’aeroporto un centinaio di tifosi con bandiere e striscioni. Tutti sono stati applauditi, ma per De Rossi c’è stato un affetto particolare. E lui, ha fatto foto, stretto mani, ricevuto abbracci e firmato autografi. Gli manca il gol ed è logico visto che in giallorosso erano 10 anni che non rimaneva a secco. Ha ancora 5 settimane per rifarsi ed è pure inutile dire che, se digiuno deve essere, va bene continuarlo anche fino alla finale di Coppa Italia. A patto poi di trovare una rete o comunque una giocata decisiva in una partita che troppo spesso lo ha visto sottotono. Chi resta e chi arriva Un mese da vivere tutto d’un fiato, si diceva. Un mese da vivere senza pensare al mercato. Perché è vero che De Rossi e la società a fine stagione faranno un punto per decidere se continuare ancora insieme, ma è vero anche che le parole di mercoledì («sono sicuro che la società investirà per rendere questa squadra ancora più forte») lasciano intendere che un addio in estate è tutt’altro che scontato. In attesa di quello che sarà, a Trigoria intanto Sabatini continua a tenere d’occhio il centrocampista Jean della Fluminense.