(F.Oddi) – Quando Francesco Forte detto «lo squalo» venne in prova alla Roma, e finì con «le faremo sapere», non immaginava certo di poterla ritrovare da avversario. Non è mai stato un predestinato: più fisico che talento, la sua carriera se l’è fatta di rincorsa, a 17 anni era ancora tra i dilettanti, e a quell’età chi non ha fatto il salto non sogna neanche più. Da due partite va in panchina con l’Inter dei grandi, ieri si è allenato con loro, domani sarà tra i convocati.
Dalla Tor Tre Teste, dove giocava, la Roma aveva preso due centravanti del ’94, una seconda punta del ’95 e un paio di ’96: lui, classe ’93, non impressionò, e dovette partire per Pisa, per fare la Berretti. Meglio che niente, e poi lo fecero anche esordire in C: dopo un anno i toscani volevano un 20nne dell’Inter e proposero lo scambio di prestiti, i nerazzurri accettarono già sapendo che a gennaio sarebbe arrivato uno più bravo, Marko Livaja dal Cesena.
Ha vinto la Next Generation dalla panchina il centravanti romano e romanista, la finale scudetto giocando 7′, in Nazionale mai chiamato, in Primavera si gioca il posto con Colombi, un anno più giovane. Ma domani, in un’Inter che deve segnare per forza, l’esordio è una speranza, non un’utopia.