(C. Zucchelli) –Andato via Riise, uno che non era un fenomenoma un onesto calciatore dal 6 assicurato sì, a Trigoria è esplosa quella che qualcuno chiama «la maledizione del terzino sinistro». In principio fu José Angel, per Sabatini «un giovane un po’ imbranato», per Luis Enrique «un potenziale campione». Mandato lo spagnolo in prestito alla Real Sociedad (solo 9 presenze per lui ed infatti a giugno sarà rispedito al mittente) la Roma era convinta di aver messo il futuro in banca con Dodò. Vent’anni, veniva da un infortunio terribile al ginocchio ma nessuno nutriva dubbi sul recupero. E invece, 9 mesi dopo il suo arrivo, del recupero si vede solo qualche traccia. Zeman e i dirigenti se ne accorsero già ad agosto e corsero ai ripari prendendo Balzaretti considerato una sicurezza.Peccato però che «la maledizione del terzino sinistro » abbia colpito anche lui, visto che di quel giocatore che era stato uno dei protagonisti dell’Europeo si sono perse le tracce.
Insostituibile Balzaretti, per forza di cose, è diventato un punto fermo anche quando non era in grado di giocare. Muscoli delicati e impossibilità di riposarsi per mancanza di alternative, all’ex Palermo è stato chiesto spesso e volentieri di sacrificarsi. Giocatore intelligente, uomo sensibile, diventato presto uno dei leader dello spogliatoio, ha sempre risposto presente.Ventotto partite, 1928 minuti, 5 ammonizioni e un’espulsione: punto fermo con Zeman, con Andreazzoli ha giocato 6 volte (3 da titolare e 3 da subentrato). Domani toccherà di nuovo a lui a sinistra, con la speranza che la squalifica con il Pescara gli abbia consentito di tirare un po’ il fiato. D’altronde, che questa sarebbe stata una stagione con tanti problemi forse Balzaretti avrebbe dovuto capirlo già a Irdning, quando i suoi scarpini vennero spediti all’indirizzo sbagliato e fu costretto ad allenarsi per qualche giorno con quelli di De Rossi, con buona pace dei suoi piedi che con scarpe a cui non erano abituati si riempirono di vesciche.
Ottimista I problemi di Balzaretti sono stati una passeggiata rispetto a quelli di Dodò. Un paio di settimane fa si diceva che il brasiliano avrebbe avuto due possibilità dall’inizio con Pescara e Siena. E invece, dopo Torino, di lui si sono di nuovo perse le tracce. Ancora differenziato, ancora panchine: «Ma io sto meglio, non salto un allenamento», chiarisce lui. Non lavora col gruppo, ma comunque lavora. E questa è una consolazione, visto che poi a fine stagione gli verrà preparato un programma personalizzato da seguire durante le vacanze. «La maggior parte delle partite (appena 8, ndr)hogiocato come laterale ma con Andreazzoli sono stato impiegato a centrocampo, come ala o come esterno— dice lui — Ora i miei obiettivi sono quelli di diventare titolare, ottenere un posto in Europa League e vincere la Coppa Italia».
Futuro Balzaretti resterà, Marquinho — che all’occorrenza è stato il terzo giocatore impiegato come terzino sinistro — dovrebbe invece lasciare Trigoria e su Dodò il futuro è incerto. Due sono le ipotesi: tenerlo e dargli l’opportunità di giocare oppure mandarlo in prestito e prendere al suo posto un titolare fatto. La decisione spetta a Sabatini e al nuovo allenatore, chiunque sarà. Con la speranza che «la maledizione del terzino sinistro» lasci Trigoria una volta per tutte.