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GAZZETTA DELLO SPORT Ribaltone Roma: da Pjanic a De Rossi, c’è aria di saluti

Pjanic in nazionale

(M. Cecchini) – Due giorni fa il New York Times titolava: «Roma capitale mondiale dell’enogastronomia ». Di questi tempi, meglio accontentarsi. Nonostante l’ambizione di James Pallotta e le dichiarazioni forti del ceo Italo Zanzi («Saremo il primo club del mondo»), per il calcio infatti bisognerà pazientare. Al netto della fretta, però, di sicuro il club giallorosso vive una discrasia di difficile interpretazione. La parte extrasportiva — tra partner commerciali (Disney e Nike in primis) e stadio—sembra avere innestato una marcia in più rispetto al passato. Quella sportiva invece, a dispetto dei 70 milioni spesi sul mercato, vive nel limbo della delusione, tant’è che in estate con tutta probabilità si dovrà scegliere il quarto allenatore in 24 mesi.

Dubbi squadra Tutto questo filtra anche tra i giocatori, che ne parlano spesso con quelli che sono loro più vicino. Diverse volte alcuni dei big più rappresentativi hanno discusso fra di loro, confrontandosi sul rischio di dover ricominciare sempre da capo. L’interfaccia coi dirigenti, poi, denota come Zanzi appaia ancora fragile, Baldini un po’ lontano, Sabatini un po’ umorale. Non solo. Ai calciatori giungono anche sussurri riguardanti tutto il folto gruppo dirigenziale all’opera negli uffici di Trigoria, gruppo all’interno del quale può succedere che si alternino sorrisi pubblici si a critiche private, come d’altronde capita in tutti i posti di lavoro. Lo spogliatoio, insomma, a volte pare soffrire l’assenza di una linea unica e omogenea. Perciò tutto questo, vista anche la difficoltà ad avere visibilità europea e la pressione dei tifosi, sta convincendo alcune stelle a frenare sui rinnovi.

Sommersi&Salvati Se fino a poco tempo fa si parlava di un mercato con un paio di innesti giusti, adesso prende quota la possibilità di una terza rivoluzione. Così rimarranno di sicuro Totti, Lamela, Destro, Marquinhos, Balzaretti, Florenzi, Dodò, Taddei, Torosidis, Lobont e Bradley, mentre pare certo appare l’addio di Osvaldo, Stekelenburg (vuole la Premier, al suo posto arriverà forse Rafael del Santos), Goicoechea e Tachtsidis. Perrotta spera nel rinnovo, però si allontanano (per motivi diversi) Piris, Marquinho e Burdisso. Differente la posizione De Rossi Pjanic: la loro permanenza è incerta. Col paradosso dato del fatto che la eventuale partenza dell’azzurro (ferito dalle troppe critiche) sembra preoccupare più di quella del bosniaco, anche per via dell’alto stipendio del primo. Molto (ma non tutto: c’è un bilancio da risanare) dipenderà dal nuovo allenatore.

Torino&Coppa Tanto invece, sarà deciso in base al finale di stagione e soprattutto per ciò che concerne la Coppa Italia, con in vetrina la sfida all’Inter in programma mercoledì. Per questo a Torino si prevede un passaggio di testimone a tre fra Totti, Destro e Osvaldo (che sarà assente a San Siro) per dosare al meglio le forze. Non solo. Molto probabilmente il club varerà oggi un maxi-ritiro da domani fino a mercoledì da vivere tutto fra Torino e Milano. Come si può immaginare, il tasso di gradimento di molti giocatori è stato scarso, perché viene considerata più una mossa a beneficio del tifo che di reale utilità tecnica. Ma il calcio a Roma ora è anche questo: vivere con le valigia in mano. E in tutti i sensi, ovvio.

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