(A. Pugliese) – Che sia una malattia endemica o no, di certo c’è che la Roma non ha nel dna il carattere, la fame e la cattiveria agonistica. «Ma alla squadra non possiamo rimproverare la voglia di ribaltare la gara o l’impegno, che è stato giusto — dice il d.s. Sabatini —. L’approccio non convincente è una malattia endemica, a volte dovremmo metterci di più dal punto di vista nervoso». Già, e Andreazzoli la pensa in modo diverso dal d.s. (che ha difeso la squadra, ma in privato si è fatto sentire con altri dirigenti).
La Roma ha deluso e l’impegno e la voglia per Andreazzoli non sono stati all’altezza. «Se non dai il 100% non puoi aspettarti il 100%. Sono deluso, ci serve sempre uno schiaffone prima di svegliarci e reagire. È una cosa negativa e in settimana non lo nasconderò come ho fatto altre volte. Il Pescara è stato sottovalutato? È un’analisi corretta». L’impressione è che qualche giocatore abbia già «staccato», in attesa del derby di Coppa Italia. «Non può e non deve essere così, prima ci sono altre partite. Battendo il Pescara la classifica sarebbe stata incredibile ma per nostre responsabilità non è così».
Nonostante il pari, alla fine è deluso anche Bruno Nobili: «A inizio gara abbiamo avuto alcune occasioni, alle fine potevamo vincere. Stekelenburg ha fatto una gran parata su Di Francesco, che ora speriamo di valorizzare». Chiusura con Caprari, al gol dell’ex: «Segnare all’Olimpico è bello: sono un professionista e anche se contro ho la Roma devo fare il mio dovere». Detto e fatto, ma la colpa è tutta giallorossa.