(D.Stoppini/ M.Calabresi) Una triste abitudine ormai, che a Roma si ripete ciclicamente, due volte all’anno: gli incidenti nel derby. Il tabellino più atteso è come al solito quello diramato dalle forze dell’ordine: otto feriti, sei accoltellati e altri due colpiti da oggetti vari. I primi tre «puncicati» — come è di moda dire da queste parti, quasi a sminuire il fatto — sono stati colpiti in zona Ponte Milvio e ponte Duca d’Aosta: sono due tifosi della Roma feriti alle gambe e uno della Lazio al gluteo, medicati senza bisogno di essere ricoverati. Altri tre accoltellati hanno richiesto cure mediche: uno si è fatto curare dal pronto soccorso del Gemelli, gli altri due da quello all’interno dello stadio, per poi assistere alla partita. Degli ultimi due feriti, uno è stato invece colpito alla testa da una bottiglia di vetro. Il bilancio parla anche di quattro arresti tra i 24 e i 27 anni, romani, tutti con precedenti penali, due di quali con un Daspo scaduto recentemente: per tutti è stato disposto un Daspo di 5 anni. Un quinto tifoso è stato denunciato all’ingresso per possesso di sostanze stupefacenti. Intorno all’Olimpico, infine, è stato ritrovato un arsenale: coltelli, manici di piccone, 10 bastoni e un’ascia.
PURE I CORI Bollettino di guerra, per episodi avvenuti tutti prima del match. E già che fuori dall’Olimpico, oltre due ore prima della partita, si sono viste scene di guerriglia. Nel conto vanno infatti inseriti anche un lancio di bottiglie e di sassi tra un gruppo di tifosi biancocelesti nei confronti delle forze dell’ordine: nella battaglia è rimasta coinvolta accidentalmente anche un’ambulanza accorsa per soccorrere alcuni feriti. Il mezzo è poi riuscito a «dribblare» senza conseguenze gli incidenti. Per disperdere gli ultrà ci sono volute cariche e qualche lacrimogeno degli agenti. Poco più tardi a entrare in azione è stato un gruppo di tifosi giallorossi, che ha provato invano a dirigersi verso gli ingressi riservati ai laziali, respinto dalla polizia. Scene di ordinaria follia, che si ripetono nel corso degli anni. Come pure i cori partiti dalla curva Nord in tre distinte occasioni, «giallorosso ebreo».
IL SINDACO E LOTITO E quando ancora il bilancio dei feriti non era definitivo, il sindaco di Roma Gianni Alemanno aveva lanciato un appello: «Sono molto preoccupato per gli incidenti — ha detto — Alle due tifoserie chiedo di vivere un derby tranquillo. La mia raccomandazione va dunque al senso di responsabilità dei tifosi ma anche alle forze dell’ordine». Appello vano. Come se non bastasse, oltre si soliti petardi vari, anche il tono degli striscioni ha spesso superato il livello di guardia, con richiami a scontri tra tifoserie, regolamenti di conti e tessere del tifoso sottoscritte. Ma il sindaco non è stato l’unico a commentare. Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha detto: «Non condividiamo questi episodi, la Lazio ha sempre fatto di tutto per reprimere questi fenomeni. Il problema è che non possiamo schierare un carabiniere per ogni tifoso». E ancora: «Purtroppo da queste parti c’è una cultura sbagliata, quella di considerare l’altra squadra nemica e non avversaria. Dico di più: il calcio dovrebbe prendere esempio dal rugby, cioè ricomporre alla fine il confronto con un terzo tempo. E invece c’è in giro gente poco intelligente, che non capisce quali sono i veri valori dello sport». Valori che sarebbe stato bene ribadire con l’idea della conferenza stampa congiunta dei due allenatori, sulla quale è in atto un balletto di responsabilità tra i due club fin dalla sfida di andata: «Magari stasera (ieri, ndr) ne parlerò con Pallotta, che avrò l’occasione di conoscere. Prima non ho mai avuto la possibilità di incontrarlo». Chissà che insieme non partoriscano qualche buona idea.