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GAZZETTA GIALLOROSSA I ‘magnifici errori’ a stelle e strisce

Pallotta, Zanzi, Baldini

2011: dopo svariate trattative, quasi tutte conclusesi nel peggiore dei modi, con tanti indagati tra i protagonisti (vedi Fioranelli e company), l’AS Roma cambia proprietà, passando nelle mani di diversi imprenditori statiunitensi. Grande la gioia tra i tifosi, che sperano di vedere finalmente una squadra vincente, costruita a suon di dollari, magari sullo stile del Manchester United.

Di Benedetto diventa presidente, prima di lasciare ufficialmente la mano a James Pallotta il 27 giugno 2012; con loro arrivano i dirigenti migliori sulla piazza italiana, o almeno così dicono i vari curriculum prima che questi mettano piede nella Capitale. Si tratta di Baldini e Sabatini, non di facce nuove nella Città Eterna, ma di personaggi noti, accompagnati da una ‘feroce’ voglia di rivincita.

Baldini già era stato al fianco di Franco Sensi, come molti ricorderanno, tra i vincitori del terzo scudetto e fedele compagno del presidente nelle sue battaglie ideologiche; Sabatini da calciatore aveva vestito il giallorosso, senza lasciare un ottimo ricordo, poi era stato dirigente della Lazio, con la quale aveva alternato grandi colpi ad acquisti privi di logica.

La prima Roma targata USA è un ‘magnifico errore, così come ama definirla lo stesso Baldini, costruita attorno all’esordiente Luis Enrique, con l’idea, alquanto pretenziosa, di creare un nuovo Barcellona. Con l’asturiano, preferito a Vincenzo Montella, arriva un nuovo staff, che piano piano lascerà la Capitale prima della fine della stagione, a partire da De La Pena, già conosciuto in Italia per il suo passato, pensate un po’, proprio nella Lazio. L’ex centrocampista dell’Espanyol consiglia il luogo più adatto per vivere a Roma al suo allenatore: Olgiata, zona adiacente a Formello, centro tecnico della Lazio, appunto, che si trova precisamente dalla parte opposta rispetto a Trigoria, centro tecnico dell’AS Roma. Non solo: il fido allenatore in seconda dispensa consigli anche riguardo il calciomercato. Dalla sua ex squadra arriva Osvaldo, punta che in Italia si era fatta notare più per il temperamento e la pettinatura che per i numeri, e per un pelo non arriva Kameni, folle portiere camerunense, al quale viene preferito all’ultimo Stekelenburg.

Non solo acquisti di ‘dubbio gusto’, tra i quali si possono annoverare anche Josè Angel e Bojan, ma soprattutto affermazioni folli, risultati altalenanti e cessioni incomprensibili. Fin da subito la nuova società ha mostrato un certo ostracismo nei confronti dei componenti della ‘vecchia guardia’, senza escludere anche due simboli come Totti e De Rossi.

Difficile dimenticare le parole di Baldini, che fin dalla prima conferenza a Roma definì Totti come un ‘pigro’, che si sarebbe dovuto concentrare di più sul campo (più di così ad oggi sembra decisamente difficile, considerando che a 36 anni ancora fa la differenza); difficile dimenticare le scelte tecniche di Luis Enrique, che al Capitano preferì addirittura Okaka, oggi riserva in Serie B.

La follia non può portare che alla disfatta, e così è stato, tirando le somme, al termine della scorsa stagione. La prima Roma targata Stati Uniti ha chiuso la classifica al settimo posto, fuori dalle competizioni europee, il tutto dopo mille altre delusioni: eliminati al primo turno di Europa League dal modestissimo Slovan Bratislava, eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia. Il tutto senza dimenticare le due sconfitte nei derby, e le numerose disfatte, tra cui quella di Bergamo e quella di Lecce.

Se errare è umano, perseverare è quantomeno diabolico; ed è proprio quello che sta accadendo ora, incredibilmente, in quel di Trigoria. Per la rinascita è stato scelto Zeman, uno che a Roma aveva lasciato un buon ricordo nonostante i risultati non proprio ottimi della sua prima avventura romanista, ma la sua vita su questa panchina non è stata così lunga.

Allenatore nuovo e squadra rinnovata, ancora una volta con molte scelte discutibili, avallate da un tecnico che ha messo in discussione le qualità di Stekelenburg e De Rossi, a vantaggio di Goicoechea e Tachtsidis, per i quali il campo ha sicuramente detto più di mille parole. Tachtsidis, reduce da una buona stagione in Serie B con il Verona, arrivato in comproprietà solo grazie alla cessione di Bertolacci (sempre in comproprietà), reduce da un’ottima stagione in Serie A con il Lecce, è solo una delle pessime operazioni condotte da Sabatini. A queste si potrebbe anche aggiungere l’acquisto di Piris, la cessione a cuor leggero di Pizarro e quella di Borriello (del quale la Roma ancora paga parte dello stipendio).

Ancora una volta un magnifico errore, che ha portato all’esonero del Boemo il 2 febbraio, al posto del quale è stato scelto Andreazzoli, un buon allenatore in seconda classe ’53, alla sua prima esperienza da allenatore ‘vero’, in una squadra di livello. Pensare che proprio questo tecnico ha fatto intravedere qualcosa di buono, sperperando tutto in questi ultimi 180′, nei quali è riuscito nell’impresa di far risorgere il Palermo e in quella di non vincere un derby chiuso in superiorità numerica (per onor di cronaca bisogna anche sottolineare la netta inferiorità tecnico-tattica dei suoi ragazzi, eccezion fatta per il solito Totti).

Il tutto senza considerare certi atteggiamenti, tra cui spiccano quelli di Osvaldo, sempre offensivo nei confronti dell’ambiente e poco rispettoso nei confronti di tifosi e compagni. L’argentino anche ieri non era al fianco della squadra, ma a Londra con la propria donna, ed ancora si attendono provvedimenti ufficiali della società; per far capire la differenza con certi compagni, Destro la scorsa settimana (un giorno prima di Pasqua) era a Palermo con i compagni, nonostante sapeva di non poter scender in campo, perchè reduce da un lungo stop. Per far capire la differenza con gli ex compagni, invece, ieri in tribuna era presente anche Bojan, giunto da Milano per sostenere i colori giallorossi. 

Ora per salvare la stagione, o renderla almeno meno amara, non sarà tanto decisiva la posizione finale in campionato, ma la semifinale di Coppa Italia, ed una eventuale finale con la Lazio, che in molti si augurano, e in altrettanti sperano non si disputi, per la paura di un’ennesima disfatta di questa nuova era.

Dopo non ci resterà che attendere, per vedere cosa uscirà fuori dal terzo anno a stelle e strisce… 

A cura di Luca Fatiga

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