(M. Nicita) Il brasiliano porta in vantaggio la Lazio, poi sbaglia il 2-0 e causa il rigore segnato da Totti che raggiunge Delvecchio e Da Costa come miglior marcatore nel derby. La Lazio resta in 10 ma resiste. Il punto lascia aperta solo la lotta per l’Europa League
Intenso, emozionante a tratti anche bello in campo, brutto e da cancellare fuori. Il derby romano va oltre le attese pur finendo con un pari che mancava da 6 anni. La Lazio ce l’ha in pugno sino a inizio ripresa, quando sbaglia il rigore del 2-0 e a quel punto subisce una Roma rinata attorno al solito, incommensurabile Totti, ancora protagonista assoluto. Un pari che lascia l’amaro in bocca a entrambe, che vedono sempre più distante la zona Champions e che rischiano a fine maggio (Inter permettendo) di giocarsi sempre all’Olimpico la Coppa Italia che vale l’Europa League. Rimane comunque la grande amarezza per una partita di calcio vissuta fuori come guerriglia urbana con diversi feriti e la zona fra il Flaminio e l’Olimpico oltraggiata dalla 6 del pomeriggio. Un’ambulanza coinvolta negli scontri e la tribuna Tevere mezza vuota per paura di incidenti, mostrano il livello d’inciviltà raggiunta che certe autorità provano a ignorare o minimizzare.
onazi che sorpresa — Andreazzoli preferisce la difesa a 4 per non sprecare un centrale sull’unica punta avversaria e per non rischiare di lasciare il predominio sulle fasce. Petkovic alla fine preferisce il debuttante nigeriano Onazi, che rispetto a un Mauri non ancora in perfette condizioni garantisce maggiore copertura. E in effetti il giovane africano sarà una delle sorprese positive.
Lamela? no, Hernanes — L’avvio pare giallorosso con Lamela che indirizza subito di testa in porta e poi inventa un numero sulla linea di fondo che manda in affanno i centrali difensivi. Ma la Lazio di Petkovic pare caricata a molla e passa con la più classica delle ripartenze. Lulic è bravo a leggere uno schema romanista su angolo, fa 60 metri di corsa palla al piede poi apre bene al centro dove Hernanes dai 25 metri finta di destro e poi con un sinistro a giro potente e preciso infila all’angolo di Stekelenburg. Molto bello. E il Profeta sale in cattedra facendo vivere 5′ bruttissimi alla Roma. Il brasiliano in un batter d’occhio si fa trovare in area (tiro rimpallato) poi serve un assist a Lulic e conclude ancora da fuori. Stekelenburg è costretto a 4 parate non semplici e la Roma tarda a riprendersi. Solo alla fine del primo tempo riesce a impensierire la Lazio: dopo un numero di Florenzi è Totti a scagliare un destro potente ma non angolatissimo che Marchetti respinge con i pugni.
dischetto traditore — La Lazio ha il colpo del k.o. quando a inizio ripresa Marquinhos addomestica ancora con un braccio il pallone in area. Sul dischetto va sicuro Hernanes (già 4 gol alla Roma, tre su rigore: un record) ma il brasiliano pur spiazzando Stekelenburg allarga troppo il piatto destro e la palla sfila fuori. Effetto adrenalinico per la Roma che Andreazzoli plasma col 4-3-3 togliendo un irriconoscibile De Rossi e inserendo Destro. Il primo a beneficiarne è Pjanic che parte da destra e punta in area Hernanes: fallo ingenuo e rigore. Col brasiliano che passa dagli altari alla polvere, incredibile. Dal dischetto Totti non perdona e a quota 9 gol raggiunge i migliori cannonieri dei derby, Delvecchio e Da Costa presenti in tribuna.
totti in cattedra — La partita gira, più emotivamente che tatticamente. Una potente punizione di Totti viene respinta come può da Marchetti, bravo a coprire il colpo di Florenzi che da pochi passi manca il sorpasso. Nel giro di pochi minuti Biava si fa prendere in contropiede per due volte e commette altrettanti falli da giallo che lo portano fuori partita: espulso al 24′. Petkovic, che ha già dovuto togliere Klose affaticato, inserisce Ciani centrale difensivo rinunciando a Ledesma. Ancora Totti fa saltare la curva sud con un tiro cross pericolosissimo che non trova la deviazione giusta. E poi con un angolo telecomandato sulla testa di Lamela che da un metro riesce incredibilmente ad alzare sulla traversa. Ancora Totti su punizione trova l’angolo, ma anche la presa ferrea di Marchetti che dice no. E finisce pari.