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IL FATTO QUOTIDIANO Malagò, il derby e il giallo dei 300 biglietti

Giovanni Malagò

(S. Caselli) – Cambiamento, organizzazione, rinnovamento. Tre parole d’ordine scolpite nelle tavole del Coni perché “io rappresento il nuovo”. Così si è presentato al Paese il neo presidente Giovanni Malagò, eletto a sorpresa una manciata di settimane fa. L’aria anticasta, via Circolo Canottieri Aniene, tira impetuosa anche dalle parti del Foro Italico. Il nuovo numero uno dello sport italiano – complice anche il francescanesimo di moda Oltretevere – si è cosa adeguato inaugurando il proprio regno all’insegna della lotta al privilegio e della sobrietà. Una rivoluzione epocale. Derby Roma-Lazio permettendo.

Già, perché – a quanto pare – la tribuna autorità dello stadio Olimpico durante la stracittadina di lunedì sera non sarà troppo diversa da quelle degli anni precedenti. E questo nonostante il primo, solenne atto del governo Malagò: il mancato rinnovo delle tessere che consentivano a onorevoli e senatori di entrare gratuitamente in tutti gli stadi d’Italia. Una decisione popolare ribadita di fronte a milioni di telespettatori poche sere fa negli studi di Ballarò: “Avete tolto i biglietti gratis?”, chiedeva Giovanni Floris. “Si, ho intepretato il sentimento del Paese“, la risposta di Malagò. : dunque finita l’epoca dei Gasparri, La Russa, D’Alema e compagnia all’Olimpico? Difficile dirlo. Anche perché – ahimè – i tentacoli dell’infida casta si propalano ben al di là dei palazzi della politica. E il sistema dei biglietti omaggio a disposizione del Coni (come da regolare contratto stipulato con Roma e Lazio che affittano l’impianto) è una leva di potere a cui – a quanto pare – neanche il “moralizzatore” Malagò intende rinunciare.

Anzi, sembra infatti che la segreteria della presidenza, giovedì scorso, abbia lavorato fin oltre le 22 per smaltire le richieste di biglietti omaggio per il derby. I tagliandi richiesti sarebbero oltre trecento: “Impossibile – ribattono dal Coni – a nostra disposizione abbiamo cinque file per venticinque posti”. Eppure, garantiscono fonti interne al governo dello sport italiano, i tagliandi sono reperibili anche in Tribuna Autorità, Tribuna d’Onore, Tribuna Presidenziale, Tribuna Monte Mario, Distinti e financo Curve. Chi può farne richiesta? Chiunque voglia – o debba – assistere alla partita per motivi “istituzionali” o chi ha in tasca una tessera federale (olimpionici, campioni del mondo, presidenti federali, membri della giunta Coni eccetera). Tutti devono chiedere il loro biglietto nominale, perché anche le caste, dopo il decreto Pisanu, devono passare per i tomelli e per il ministero dell’Interno. Tolto il ct della nazionale Prandelli e i direttori del Tg5 e di RaiSport, è inutile chiedere chi ci sarà: “Ma non vedrete alcun politico – garantiscono dal Coni – la notizia è questa. Non viene nessuno, di questi tempi non vogliono essere fotografati”. D’accordo, ma gli altri? Perché allo stadio gratis? Dal Coni tagliano corto: “In tutte le manifestazioni sportive e di spettacolo sottoposte alle regole della Siae esiste una quota di biglietti omaggio. E fisiologico”. Resta da vedere se la fisiologia sia (ancora) compatibile con il nuovo corso del moralizzatore Malagò.

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