(S.Menafra) – Una volta quel terreno apparteneva a Gaetano Graci, uno dei “Quattro cavalieri dell’apocalisse catanese”, come li definiva il giornalista siciliano Pippo Fava. E ora la zona alle porte dell’Eur ospita grattacieli per un valore complessivo di circa un miliardo di euro, tra il centro commerciale Euroma2, il ministero della Salute, i nuovi uffici dell’Atac e il primo grattacielo di Roma, chiamato Eurosky. E, ancora in costruzione ma quasi completato, la nuova sede della Provincia di Roma, acquistata per 263 milioni di euro. E hanno un solo proprietario: Alessandro Parnasi.
La storia di questa compravendita è tornata d’attualità nei giorni scorsi, dopo l’approfondimento dedicato dalla puntata di Report domenica scorsa, intitolato “La storia infinita”. Che ha raccontato come quella proprietà era stata acquistata nel corso del fallimento della banca Sicilcassa. I terreni dell’Eur su cui oggi sorge il palazzo della Provincia erano di Gaetano Graci e di Francesco Finocchiaro, pure lui Cavaliere del lavoro di Catania e uno dei “quattro” apocalittici di cui parlava Fava. Nel 2002, entrano in campo i costruttori Parnasi che fanno una transazione per comprare i crediti e le azioni di tre società del gruppo Graci Finocchiaro, che alla data del crack avevano un’esposizione di 287 milioni di euro verso la Sicilcassa. Grazie all’accordo, i Parnasi rilevano tutto pagando meno della metà: 129 milioni. E nel pacchetto ci sono anche i terreni dell’Eur.
L’ACCORDO – La trattativa per l’acquisto dei terreni dell’Eur si chiude a fine del 2003, dopo che la zona era stata trasformata da M1 ad M2, ovvero da zona edificabile per servizio pubblico a zona edificabile a destinazione privata. L’operazione è opaca, perché non è chiaro se nel fare il prezzo per quel terreno alle porte di Roma, i liquidatori di Sicilcassa abbiano tenuto conto di quanto la variazione della destinazione d’uso ne avrebbe fatto lievitare il valore. E’ un fatto, però, che il comune di Roma, allora guidato da Walter Veltroni, chiude con la società Parsitalia di Luca Parnasi, figlio di Alessandro, un «accordo di compensazione»: al comune viene «restituita» l’area del Pratone delle Valli, accanto a piazza Conca d’Oro, riaperto solo nel 2005 perché prima ospitava i cantieri della metro B1. E in cambio la società ottiene la zona di Eur Castellaccio, con una edificabilità complessiva di ben 780 milioni di metri cubi. Tra i tanti edifici che vengono costruiti, c’è quello del nuovo palazzo della Provincia, ente abolito a partire dal 2014, ma che nel frattempo ha speso 263 milioni di euro per acquistare una nuova sede.
ENTE SOPPRESSO – Un’operazione avviata dall’ex presidente della Provincia, Enrico Gasbarra ma conclusa dal suo successore, Nicola Zingaretti, vicino a Parnasi, dopo che era stata approvata la cancellazione dell’Ente che presiedeva. Lo stesso Zingaretti, nel 2011, annunciando il cambio di sede per il palazzo della Provincia commentava: «La nuova sede è la dimostrazione che le cose possono cambiare, per far funzionare lo stato». La compravendita è stata oggetto di diverse interrogazioni parlamentari nel corso degli anni, mentre è ancora in corso la verifica da parte della Corte dei conti. Nell’ultima, del 2012, il senatore Stefano Pedica dell’Italia dei Valori chiedeva di sapere se «il piano della provincia di Roma rischia di appesantire in maniera eccessiva i bilanci dello stesso ente», sottolineando che «la provincia di Roma nel 2010 ha varato una manovra di bilancio da 597,83 milioni di euro e, malgrado una riduzione del 116milioni, ancora vanta circa 880 milioni di euro di debiti». Mentre l’anno prima il senatore Elio Lannutti, (Idv), voleva chiarimenti sull’accordo di compensazione. A far lievitare il valore della zona è anche la torre Eurosky, il primo grattacielo di Roma, firmato dall’architetto Franco Purini. E la nuova sede del ministero della Sanità, costruita con annesso contratto d’affitto firmato quando il ministro era Storace (che da governatore aveva già dato il suo assenso).
I DEBITI- Complessivamente, quindi, a fronte di 129 milioni di euro spesi per rilevare i beni di Graci e Finocchiaro (tra i quali anche il palazzo degli Specchi di Ferrara) la società di Parnasi ha fatto affari per quasi un miliardo di euro lordi. E i conti della Sicilcassa, continuano a non tornare. Dei 640milioni di esposizione complessiva del gruppo Graci, i liquidatori sono riusciti a recuperare solo 194 milioni. Nel ’97 il buco aperto dal crack della banca, fu ripianato da Bankitalia con una spesa complessiva di un miliardo e 600 milioni di euro. E oggi, dopo 16 anni di procedura di liquidazione ancora in corso, palazzo Koch deve ancora recuperare la maggior parte della spesa fatta: un miliardo e 200 milioni di euro.